In Russia comitati auto organizzati che cercano di aiutare le madri a rintracciare i figli chiamati per la leva o per “un’esercitazione” e spediti a loro insaputa a invadere il Paese confinante. In Ucraina un numero verde ad hoc – battezzato “Trova il tuo caro” – lanciato dal presidente Vladimir Zelensky per dare informazioni a chi cerca i propri cari mandati al fronte cavalcando al tempo stesso il malcontento della popolazione russa. Sono le iniziative incrociate nate dopo l’inizio della guerra di Vladimir Putin, il cui ministero della Difesa ha ammesso poco fa che anche soldati di leva sono stati coinvolti nell'”operazione speciale” in Ucraina. “Purtroppo sono stati scoperti alcuni fatti relativi alla presenza di coscritti in unità delle forze armate russe in territorio ucraino”, ha affermato il portavoce del ministero Igor Konashenkov.

Le autorità russe sono a dir poco reticenti sul numero delle vittime nelle loro file. Martedì il Pentagono ha fatto sapere tramite il tenente generale Scott Berrier, direttore della Defence Intelligence Agency, che i soldati russi che hanno perso la vita nella guerra sarebbero tra i 2.000 e i 4.000. Secondo le autorità ucraine i morti russi sono oltre 12.000. Le famiglie senza notizie si stanno organizzando. Il Soldiers’ Mothers CommitteeComitato delle madri dei soldati russi , associazione nata per promuovere i diritti dei militari, è diventato un contatto chiave a cui rivolgersi per informazioni: utilizza un database con cui, inviando richieste ai funzionari, riesce a localizzare i soldati, come ha raccontato Svetlana Golub, una delle referenti, al Guardian. “È pazzesco” ha detto. “Stiamo ricevendo centinaia e centinaia di chiamate. Un mare di lacrime. Madri, padri, fratelli, sorelle, mogli non hanno ricevuto, dall’inizio della guerra, sino ad oggi alcuna informazione sul coinvolgimento dei loro cari nel conflitto”. E ha aggiunto che molti dei militari coinvolti non erano preparati per la guerra e che accade che siano chiamati al fronte soldati di leva e che vengano costretti a combattere.

Molti dei militari russi, secondo più fonti, sono stati mandati in missione ignari che si trattasse di una guerra: sempre al Guardian Rob Lee, esperto militare russo ed ex marine statunitense, ha dichiarato che molti non solo si trovavano completamente impreparati ad affrontare una guerra, ma erano completamente ignari della missione. Il Comitato delle madri dei soldati russi ha denunciato come i militari di leva siano stati spediti al fronte con l’inganno oppure con la forza: a molti di loro sarebbe stato chiesto di firmare un documento che modificava il loro status da “coscritto” a “militare professionista” e chi si rifiutava veniva picchiato oppure messo in isolamento. Altri sarebbero stati mandati in guerra senza saperlo. Il numero verde “Trova il tuo caro”, annunciato sui social dal governo ucraino, ha avuto di conseguenza rapido successo: sono migliaia le telefonate arrivate da madri, sorelle, mogli, fidanzate al numero verde ucraino e non provengono solo dalla Russia, ma anche da paesi europei e dagli Stati Uniti.

Putin lo scorso 7 marzo aveva sostenuto che solo i soldati professionisti stavano partecipando alle operazioni militari: non i riservisti, i sostituti o i militari di leva. Il messaggio era stato diffuso in occasione della Giornata della Donna e rivolto a madri, sorelle, mogli e fidanzate dei soldati russi: pochi giorni prima, il ministero della Difesa ucraino aveva dichiarato che i soldati russi prigionieri sarebbero stati restituiti a “migliaia di sfortunate madri russe”. “Noi ucraini, a differenza dei fascisti di Putin, non combattiamo con le madri e con i loro figli prigionieri”.

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