La Digos di Verona, con la collaborazione della direzione centrale della Polizia di prevenzione, hanno perquisito le abitazioni di 23 persone, militanti della sezione “scagliera” del movimento di estrema destra e di matrice neofascista CasaPound: i militanti sono indagati con l’accusa di aver aggredito nel centro storico di Verona 5 ragazzi lo scorso 22 gennaio. In via Mazzini un gruppo di circa venti militanti aveva aggredito con calci, pugni e colpi di “ombrello” tre ragazzi.

Gli stessi aggressori, coprendosi solo i volti, “avevano fotografato e diffuso via social la propria capacità di cancellare l’identità personale nel segno dell’omologazione, vestendosi tutti nello stesso modo e abbracciandosi nel nome di quella che chiamano fratellanza” aveva denunciato l’Anpi che aveva lanciato un appello denunciando “una recrudescenza di episodi di violenza politica da parte di gruppi organizzati che si ispirano all’ideologia nazifascista”. Nelle scorse settimane alcuni episodi di violenza registrati nella città erano stati oggetto di una interrogazione parlamentare.

Senpre l’Anpi aveva portato all’attenzione la minaccia di “Casapound di impedire l’incontro previsto per il 10 febbraio tra gli studenti veronesi e lo storico Eric Gobetti presso la scuola Copernico-Pasoli, incontro poi fortemente osteggiato dalla giunta comunale tanto da arrivare al suo annullamento. La sera del 7 febbraio, le vie della città sono state teatro dell’azione delle ronde illegali di Casapound: a farne le spese sono stati una donna e un uomo che, colpito al volto, è dovuto ricorrere alle cure mediche con una prognosi di trenta giorni”.

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