Anche a gennaio, secondo l’Aie-Associazione Italiana Editori, l’editoria italiana di varia, ovvero romanzi e saggi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione, è cresciuta dell’1,8% a valore e del 2,7% a numero di copie rispetto al gennaio 2021. Non ci sono dati specifici riferiti agli ebook, quindi non si sa quale sia stato il loro andamento. Nel frattempo ho fatto un po’ di ricerche per capire come si spiega il calo di produzione nel 2021. Come immaginavo le piattaforme di autopubblicazione non hanno registrato riduzioni nella realizzazione di libri digitali, al contrario i responsabili di Youcanprint e StreetLib sostengono che sono aumentati anche nel 2021. Mentre Rakuten Kobo e Amazon come al solito hanno la bocca cucita, però io sono convinta che anche i loro numeri sono stati positivi. Ma gli editori cosa dicono?

Intanto Aie si è aggiornata e ha inserito TikTok nel nuovo piano di formazione che propone a soci e professionisti. Ha scoperto che è il social network più utilizzato dalla generazione Z, in grado di raggiungere pubblici che non sono presenti su altri canali. Inoltre, si è mostrato capace di “spingere” titoli fino al top delle classifiche di vendite e i costi per la promozione delle campagne sono, ad oggi, molto inferiori a quelli di Instagram: questo fa di TikTok un’ottima soluzione anche per realtà medio-piccole.

Praticamente tutti gli editori concordano sul fatto che il 2020 è stato un anno di grande boom per gli ebook, però anche il 2021 non è andato male: nel 2019 Aie registrava 71 milioni di euro di vendite ebook, nel 2020 97 milioni e nel 2021 86 milioni, molto più che nel 2019. In particolare, i grandi gruppi quali GeMS e Mondadori sottolineano che il lockdown ha influito sui numeri del 2020, qualcuno addirittura definisce quei numeri “drogati”, anche se l’onda lunga è riuscita a influenzare il 2021 e sembrerebbe anche l’anno in corso. Io spero proprio che chi ha riscoperto il piacere della lettura, durante i mesi in cui eravamo bloccati in casa, continui anche adesso che possiamo muoverci e ritornare a una vita normale. Anche se è difficile parlare di normalità con una guerra in corso.

Occorre precisare che il Gruppo Mondadori raggruppa diversi marchi editoriali – Mondadori, Giulio Einaudi editore, Piemme, Sperling & Kupfer, Frassinelli, Rizzoli, Bur, Fabbri Editori e Rizzoli Lizard – e raggiunge il 24,8%, del mercato trade che comprende i settori di narrativa, saggistica e libri per ragazzi. Il Gruppo editoriale Mauri Spagnol (GeMS) nasce nel 2005 e ad oggi raccoglie 20 case editrici con una quota di mercato di circa il 12%. E ora arriviamo al catalogo, un argomento che è sempre molto difficile da affrontare: i lettori vorrebbero avere a disposizione tutto il catalogo in formato digitale in modo da poter leggere anche quei libri scomparsi dalle librerie da molti anni; gli editori devono far quadrare i conti e così spesso trasformano in digitale solo i romanzi che ritengono più interessanti dal punto di vista commerciale.

Le case editrici più giovani, salvo rari casi, tendono a realizzare contemporaneamente l’edizione cartacea e quella digitale. Il discorso è più complesso per editori con un grande catalogo da trasportare in versione digitale. Dal 2018 tutti i libri Fandango sono anche in versione digitale. Non vengono convertiti in ebook quelli che contengono delle immagini per il costo molto alto di questi prodotti o quelli di cui non ci sono i diritti per l’ebook. Il Saggiatore sta riportando tutto il catalogo in versione digitale. Anche GeMS afferma di avere ancora pochissimo catalogo da convertire in ebook, avendo già operato in tal senso negli scorsi anni. In Mondadori sostengono di aver convertito l’85% dei libri del Gruppo, e stanno lavorando per rendere disponibili la maggior parte dei titoli in digitale.

Insomma molti editori sembrano aver compreso, visto i dati emersi dalle analisi di Aie, che l’investimento della conversione viene ripagato dagli acquisti nel corso degli anni.

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