Non c’è stata una strigliata da parte di Draghi, ma una presa di coscienza che il governo è qui per fare le cose. Draghi lo ha detto in modo incisivo ed era oggettivamente arrabbiato. Ma dobbiamo ricordarci che siamo una Repubblica parlamentare e il Parlamento non può solamente mettere la luce verde sui provvedimenti del governo”. Così, a “Otto e mezzo” (La7), il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli risponde alla conduttrice del talk show politico, Lilli Gruber, che gli chiede lumi sull’irritazione del presidente del Consiglio Mario Draghi nei confronti dei partiti della maggioranza, dopo che il governo è andato sotto per quattro volte sul milleproproghe.

Il ministro, che in qualità di capo delegazione del M5s è stato convocato dallo stesso Draghi, spiega: “Il presidente del Consiglio ha chiesto di evitare che succeda quello che è successo negli ultimi giorni. Abbiamo analizzato le motivazioni, io da tanto tempo chiedo a Draghi una condivisione preventiva dei provvedimenti del governo rispetto al momento del Consiglio dei Ministri, perché questo ci mette nelle condizioni di difendere le scelte con i nostri gruppi parlamentari”.
E aggiunge: “Quando c’è un governo così eterogeneo, le soluzioni che si mettono sul tavolo possono scontentare una o l’altra forza politica. Bisogna trovare un equilibrio, dobbiamo trovare gli strumenti perché si evitino queste situazioni. Pace fatta? Io credo che non sia mai stata fatta una guerra. Si è solo preso atto di una situazione che va evitata”.

Patuanelli ha un serrato botta e risposta con Lilli Gruber, che osserva: “Voi dei 5 Stelle potevate scegliere di non mettere 18 miliardi per il Superbonus, visto che abbiamo anche visto truffe vergognose”.
“E perché? – ribatte il ministro – È un settore che conosco parecchio bene, avendo fatto per 20 anni il progettista e il direttore dei lavori di una sessantina di opere pubbliche. Perché dovremmo abbandonare una misura che ha avuto un impatto incredibilmente positivo su un settore in crisi dal 2008?”.
”Vorrei anche vedere che non avesse un impatto positivo – commenta la giornalista – Sul Superbonus ci sono pochi controlli”.
“Non è assolutamente vero”, ribadisce il ministro.
Ma Draghi ha detto anche avete scritto male la legge”, incalza Gruber.
“Questa è una narrazione totalmente inversa della realtà – replica Patuanelli – Il 3% delle truffe riguarda il Superbonus. Il problema ha riguardato la cessione del credito, sulla quale peraltro il Superbonus prevede controlli che le altre misure non prevedevano, inclusi i bonus ordinari. La misura del M5s si chiama Superbonus 110%, dopodiché si sono accompagnate altre misure che non hanno un aspetto di efficientamento energetico, che era la cosa che ci interessava”.

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