L’asse tra Pd e Movimento 5 stelle? “Continuerà e resta solido“, al di là delle grane interne in casa pentastellata, tra le tensioni tra l’ex premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e la sentenza con cui il Tribunale di Napoli ha sospeso statuto e nomina dello stesso presidente. Almeno secondo Francesco Boccia, ex ministro degli Affari regionali nel passato esecutivo giallorosso (guidato dall’attuale presidente M5s) e ora responsabile Pd per gli Enti Locali e le Autonomie territoriali. “Siamo già al lavoro per le prossime amministrative, la coalizione che ha vinto quelle dello scorso ottobre cercherà di vincere ancora”, spiega ai microfoni del Fattoquotidiano.it, a margine della riunione della segreteria nazionale Pd.
E mentre tra le minoranze interne al Pd c’è chi invece spinge per un cambio di rotta sulle alleanze, guardando verso il centro e Forza Italia – a partire dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori, secondo cui bisognerebbe lavorare a una “coalizione riformista per avere Mario Draghi premier anche dopo il 2023“, ndr – in casa dem i vertici prendono tempo: “Al momento siamo concentrati sulla stabilità di questo governo. Stiamo in una maggioranza larga e cooperiamo con tutte le forze. Guardiamo con rispetto alle dinamiche interne degli altri partiti, ma non ci immischiamo”, taglia corto la vicesegretaria vicaria del Pd, Irene Tinagli. Mentre è il deputato Enrico Borghi ad augurarsi che “al di là delle dinamiche interne al M5s, il confronto sbocchi in un percorso di rafforzamento dell’intesa, per costruire una coalizione per il 2023 alternativa alle destre sovraniste”. E Forza Italia? “Si è resa autonoma sul Quirinale, vedremo questo percorso dove porterà”, taglia corto per ora il deputato Pd.
Chi ragiona però già su un asse tra azzurri e democratici è il Pd siciliano, con un dialogo portato avanti con Gianfranco Miccichè (dopo le tensioni con il governatore Musumeci all’Ars) e i forzisti. Una possibile intesa che ha già creato non pochi malumori a Palermo, tra le forze a sinistra alleate dei dem, da Articolo Uno a Sinistra italiana, ma non solo. Ma da Roma è lo stesso Francesco Boccia a tagliare corto, pur senza escludere al momento alcuna opzione in vista di Regionali e amministrative: “Se non imbarazza un possibile asse in Sicilia con un partito co-fondato da un condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa (Marcello Dell’Utri, ndr)?: “Presto per parlare di alleanze, che tra l’altro si fanno con gli elettori. Capisco che sia partito quattro o cinque mesi prima il toto alleanze…”, ha rivendicato Boccia. E ancora: “Non sono abituato a personalizzare. Posso garantire però che l’alleanza con il M5s è solida, anche in Sicilia“. “Leggo di questa ipotesi sui giornali, ma mi sembra complicata. Anche le alleanze locali non possono discostarsi tanto dal percorso nazionale. Mi sentirei di escluderlo”, ha invece allontanato l’intesa l’ex presidente della Camera e deputata Pd, Laura Boldrini.
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