La pandemia di coronavirus ha messo alla prova tutti i Paesi del mondo, ma quello che ha dimostrato la maggior capacità di reazione è sicuramente la Cina. Il gigante asiatico ha potuto mettere in campo una delle sue caratteristiche principali, una delle sue armi più potenti utilizzata nei decenni da gran parte dei suoi presidenti, da Mao Tse Tung a Xi Jinping: la mobilitazione di massa. Così Gabriele Battaglia, giornalista che da un decennio vive a Pechino, si è trovato catapultato al centro del ciclone cinese in perenne movimento per riadattarsi alla nuova normalità e rispondere alle nuove sfide nate con l’arrivo del Covid-19.

Nel suo Massa per velocità (Prospero editore, 2021) Battaglia ci porta nella Cina che risponde alla pandemia e che usa la mobilitazione per combattere quella che il presidente ha definito una “guerra di popolo” contro un nemico invisibile che mette a rischio le certezze, economiche e sociali, di un Paese che fa del controllo uno dei suoi mantra. Nelle pagine di questo libro si incontrano piccoli e zelanti funzionari locali che controllano e organizzano ridotte aree urbane o sperduti villaggi, civili con funzioni da amministratore di condominio che fanno da referenti per il partito all’interno dei propri abitati, tutto attraverso la popolare app di messaggistica WeChat. Il tutto da un punto di vista privilegiato, quello di un occidentale che conosce bene il Paese e che assiste immobile (letteralmente, visto che i primi 14 giorni del racconto si svolgeranno in quarantena preventiva) mentre il Paese si mobilita per riadattarsi alla vita durante la pandemia, con un sempre più serrato controllo tecnologico della popolazione.

Un diario della crisi sanitaria nel quale trovano spazio anche flashback dei viaggi realizzati dall’autore nelle aree più remote del Paese, a contatto con contadini sempre più sfiduciati e con aspirazioni assistenzialiste, la lotta dei piccoli funzionari per elevare ogni singola famiglia oltre la soglia di povertà nei villaggi più sperduti, membri della sicurezza che pedinano senza sosta un reporter in vacanza e i grandi centri di produzione che garantiscono alla Cina il monopolio mondiale di alcuni settori (anche quello dei fiori finti). Un salto di pochi anni che permette al lettore di conoscere una Cina diversa da quella raccontata in Occidente, sensibilmente cambiata negli anni passati e che sta continuando a trasformarsi e adattarsi alle esigenze del mercato mondiale, senza dimenticare i principi fondanti della Rivoluzione.

Twitter: @GianniRosini

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