Se c’è un affetto che ha contrassegnato drammaticamente il tempo pandemico, questo è l’angoscia. Un’ansia crescente e generalizzata ha pervaso la società allorquando il Covid, sconosciuto, enigmatico e minaccioso, ha fatto irruzione nelle nostre vite minando le basi stesse del legame sociale. Un’angoscia ancora diffusa, accompagnata nella fase attuale da una crescente rassegnazione, costretti come siamo dall’evidenza medica ad archiviare i sogni che volevano la pandemia spazzata via in un paio di anni.

L’angoscia permea il legame sociale, lo incalza e lo mette in scacco proprio quando mancano le risposte alla questione ‘cosa ne sarà di noi’. L’angoscia intrappola mente e cuore quando l’uomo si trova di fronte ad un momento di passaggio gravido di incertezze, di enigmi, foriero di nefaste previsioni.

I pazienti colpiti da attacchi di panico e crisi di angoscia invalidanti hanno letteralmente affollato gli studi degli psicoterapeuti in questi due anni. L’incertezza del tempo presente, la venuta meno di punti fondamentali per l’equilibrio mentale, hanno determinato le condizioni per le quali possiamo parlare di un incremento a due cifre del disturbo d’ansia e da attacco di panico. Il medico, la madre, il giornalista, l’infermiere, l’insegnante, l’operaio: nessuna categoria è si è rivelata immune da questa ondata.

Il Covid oggi non ha più campo libero, non può, come prima dei vaccini, minacciare di fagocitare tutto: vita, attività, relazioni sociali, esistenze. Ma è lontano il tempo della vittoria, ed è amara la constatazione di dover combattere ancora per molto tempo, costretti ad occupare una posizione di oggetto ancora vulnerabile al virus.

Per questo è un’ottima notizia l’uscita del libro Oltre la trappola del panico. 30 percorsi di guarigione con il commento degli esperti, edito da Lidap Onlus con la prefazione di Eugenio Borgna. La Lega italiana contro i disturbi d’ansia, agorafobia ed attacchi di panico, la più antica e ramificata associazione italiana che si occupa di ansia e attacchi di panico, in occasione del suo trentennale ha pensato di mettere in tensione i racconti di tanti soggetti ‘intrappolati’ nella gabbia del panico, chiedendo ai suoi consulenti (psicologi, psichiatri, psicoanalisti, tra i quali mi onoro di essere) un contributo nella lettura di tante storie di uomini e donne che hanno bussato alla porta di questa associazione.

La realtà dell’auto/muto aiuto è pratica consolidata, la cui validità terapeutica è ormai storicamente acclarata. Giuseppe Costa, presidente Lidap, da me interpellato sostiene: “Abbiamo voluto far conoscere alle persone che vivono oggi situazioni d’ansia e di panico, l’esperienza e le modalità che hanno funzionato dei gruppi di auto/mutuo aiuto, raccontate direttamente dalle tante persone con il problema, che hanno voluto testimoniare l’efficacia del loro percorso. Tutti questi racconti hanno una comune analogia: queste persone sono riuscite a spingersi, ‘andare oltre’, la sintomatologia fisica, quella che così tanto terrorizza tutti quanti, riuscendo poi così a conquistare nuovi equilibri di vita e di benessere. Siamo infatti testimoni del fatto che tanti sono migliorati o ‘guariti’ anche con la sola esperienza del gruppo di auto mutuo aiuto, tanti hanno combinato l’esperienza del gruppo con la terapia professionale, poiché insieme i risultati si ottimizzano, tanti sono arrivati ai gruppi dopo una o più percorsi di psicoterapia”.

Alma Chiavarini, curatrice della pubblicazione, ricorda che con quest’opera “si è voluto far conoscere alle persone che vivono situazioni d’ansia e di panico, e ai giovani oggi in questa situazione, attraverso la pubblicazione di 30 lettere, l’esperienza autentica di persone che hanno ritrovato il benessere di vita, attraverso la frequenza dei gruppi ama”.

Agire, diceva Lacan, è strappare all’angoscia la sua certezza.

Per questo invito all’acquisto, alla lettura e alla diffusione di questo libro, i cui proventi saranno interamente devoluti a Lidap Onlus, sostenendo la sua opera ininterrotta di accoglienza, sostegno e supporto gratuito di persone che si sono trovate, in un momento cruciale della loro vita, impediti nell’agire quotidiano dai nefasti effetti dell’ansia e del panico

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