È stata ritenuta colpevole di omicidio di primo e secondo grado, così Kim Potter, l’agente di polizia che a Minneapolis sparò e uccise il 20enne afroamericano Daunte Wright, sostenendo di aver confuso il taser con la pistola d’ordinanza, rischia fino a 25 anni di carcere. Lo ha deciso la giuria dopo 27 ore di camera di consiglio, anche se solo 12 componenti hanno scelto di esprimersi. Adesso stabilire l’entità della pena spetta al giudice che la rivelerà nelle prossime settimane.

Durante la lettura della sentenza, Potter ha mantenuto un’espressione ferma, impassibile prima di essere ammanettata e riportata in carcere, ben lontana da quelle lacrime straziate versate durante la sua ultima testimonianza, quando ha tentato di convincere la giuria che la morte di Wright fosse solo un tragico errore dovuto all’uso involontario dell’arma da fuoco. Dopo aver ascoltato 33 testimoni in tre settimane di dibattimento processuale, è passata quindi la tesi dell’accusa che ha puntato sulla grave negligenza dell’ex agente nonostante il suo addestramento con le armi da fuoco. “Il sistema giudiziario ha offerto una qualche forma di giustizia per una morte senza senso”, ha dichiarato il legale della famiglia di Daunte Wright.

Il ventenne americano è stato ucciso il 21 aprile del 2021 a Minneapolis: gli agenti lo avevano fermato al volante perché aveva la targa scaduta e, nonostante fosse illegale, un profumatore per auto attaccato allo specchietto retrovisore. Dopo essersi avvicinati alla vettura ed aver scoperto che su Wright pendeva un mandato di arresto per possesso di arma senza licenza, gli agenti hanno cercato di arrestarlo. Wright si è opposto e ha cercato di sottrarsi a uno dei poliziotti che tentava di ammanettarlo e così Potter ha tirato fuori la pistola e ha gridato “taser, taser” prima di aprire il fuoco. Ma dalla sua mano non è partita una scossa elettrica, bensì la pallottola che ha raggiunto il petto di Wright uccidendolo. Una volta realizzato l’errore Potter, come si vede nel video, ha gridato e si è buttata a terra: “Andrò in prigione. Ho ucciso un ragazzo”. “Tutti possono commettere errori. Nessuno è perfetto. Questa donna ha commesso un errore e un errore non è un crimine”, hanno ripetuto i legali di Potter in aula. Ma la tesi non è passata e l’ex agente trascorrerà il Natale in carcere in attesa della sentenza definitiva del giudice.

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