Il 1° dicembre, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids, su discovery+ arriva Stigma invisibile, lo speciale con le testimonianze di protagonisti che, ogni giorno, convivono con il virus e con lo stigma che è ancora molto presente e, spesso, è più difficile da gestire rispetto al virus stesso.

Oggi le terapie garantiscono una qualità e un’aspettativa di vita sia alle persone Hiv+ sia a quelle con Aids, paragonabile a chi non ha il virus. Di questo però ancora non si parla. Hiv e Aids portano il fardello della malattia e del giudizio, del peccato, della colpa. Nel 1981 la scienza aveva pochi strumenti per evitare il dilagare del virus e dello stigma ad esso legato. Nel 2021 le terapie e l’accesso alle stesse sono alla portata di tutti (almeno nel Primo Mondo), ma il giudizio verso chi è positivo è più radicato che mai. In 40 anni si è imparato a gestire un virus e ad annientarlo (come si racconta nello speciale), ma per smantellare lo stigma serve ben più di una pastiglia.

Quanto può essere difficile rivelare di avere l’HIV? Come gestire l’amore e il desiderio di una famiglia dopo una diagnosi da Hiv? Una madre Hiv positiva può dare alla luce un figlio negativo? Di questi e tanti altri temi ne parlano persone vere, in maniera diretta, nuova, emozionante senza filtri e soprattutto senza autocommiserazione. Stigma Invisibile racconta i 40 anni dell’Hiv in un percorso intenso e corale, che accompagna lo spettatore verso una nuova visione del virus e ricorda che la corretta informazione è – da sempre – l’arma più potente a disposizione..

Stigma invisibile, ideato e scritto da Michela Chimenti, realizzato dalla casa di produzione Story Farm con la regia di Alessandro Carlozzo e Luca Cepparo, sarà disponibile in esclusiva solo su discovery+ dal 1° dicembre. Lo speciale, dedicato al 40esimo anniversario della lotta all’Aids, è l’anticipazione della docu-serie che uscirà nel 2022.

Articolo Precedente

Perugia, pm ritira la richiesta di archiviazione per il caso del velo imposto. La donna si è opposta

next
Articolo Successivo

Greta Beccaglia, Giulia Talia e l’inclusività: dalle reazioni capisco che le cose stanno cambiando

next