Mentre in Italia ci si prepara ad estendere la vaccinazione anti-Covid alla fascia d’età 5-11 anni, qualche giorno fa nel Regno Unito sono state pubblicate nuove raccomandazioni che consigliano di allungare i tempi per la vaccinazione dei minori di 18 anni che hanno avuto il Covid-19. La UK Health Security Agency (Ukhsa), l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, ha chiesto infatti di ritardare fino a 12 settimane dopo l’infezione la vaccinazione degli over 18 per ridurre ulteriormente il rischio già “molto, molto piccolo” di miocardite, un’infiammazione cardiaca che sembra essere raramente associata al vaccino anti-Covid. Le autorità sanitarie britanniche stimano che gli attuali tassi di miocardite dopo la vaccinazione tra i minori di 18 anni siano circa nove su un milione e i casi registrati sono stati “relativamente lievi”.

Prima della nuova raccomandazione dell’Ukhsa, alle persone anziane e le persone ad alto rischio per Covid-19, comprese quelle di età pari o superiore ai 12 anni, veniva chiesto di aspettare 4 settimane tra l’infezione da Covid e la somministrazione di una dose di vaccino. Ma ora i funzionari britannici ritengono che bisognerebbe estendere questo periodo a 12 settimane nei bambini a basso rischio tra i 12 e i 17 anni d’età. Gli esperti stimano che l’infezione naturale da Covid-19 nei giovani fornisca loro almeno tre mesi di protezione, se non addirittura sei mesi. La scorsa settimana la Joint Committee on Vaccination and Immunisation (Jcvi), una commissione di esperti indipendenti che fornisce consulenze alle autorità sanitarie britanniche, ha affermato che i giovani di 16 e 17 anni potrebbero prenotare la seconda dose del vaccino contro il Covid 12 settimane dopo la prima. Ma l’Ukhsa ha affermato che se le persone in questa fascia di età risultassero essere infettate da Covid-19 dopo la prima dose, dovrebbero ritardare la seconda dose fino a 12 settimane dopo l’infezione. Anche coloro che sono risultate positive in attesa della prima dose dovrebbero ritardare di 12 settimane.

Gli esperti hanno ribadito che il rischio di miocardite e di altri effetti collaterali riguarda “in gran parte nei primi giorni. Quindi, se le persone hanno ricevuto quel vaccino tre o quattro settimane prima, entro un mese dalla precedente infezione, e ora stanno bene, possono essere rassicurate che hanno superato quel periodo di potenziale rischio”. Nel Regno Unito, le persone continuano a essere incoraggiate a ricevere il vaccino anche se hanno avuto un’infezione precedente per ottenere la massima protezione possibile. I ricercatori dello studio Covid Zoe Symptom hanno affermato che l’infezione prima della doppia vaccinazione fornisce una protezione molto maggiore, il che supporta la raccomandazione di farsi vaccinare anche se si ha già avuto il Covid.

I vaccini contro il Covid-19 sono molto sicuri”, precisa Mary Ramsay, capo della divisione vaccinazioni presso l’Ukhsa. “Sulla base di un approccio altamente precauzionale, consigliamo un intervallo più lungo tra l’infezione da Covid e la vaccinazione per i minori di 18 anni. Questo aumento si basa sugli ultimi rapporti del Regno Unito e di altri paesi, che potrebbero suggerire che lasciare un intervallo più lungo tra l’infezione e la la vaccinazione – specifica – ridurrà ulteriormente il già molto piccolo rischio di miocardite nelle fasce d’età più giovani”. E conclude: “I giovani e i genitori dovrebbero essere rassicurati sul fatto che la miocardite è estremamente rara, in qualunque momento facciano il vaccino, e questo cambiamento è stato fatto sulla base della massima precauzione”.

Foto di archivio

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