È stata identificata in Sudafrica una nuova variante del virus Sars Cov 2 con 32 mutazioni della proteina Spike che potrebbero teoricamente aumentarne la trasmissibilità e la capacità di eludere gli anticorpi: denominata B.1.1.529, è già sotto la lente dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che per ora la classifica tra le varianti da monitorare. Ancora troppo pochi i dati disponibili: secondo il National Institute of Communicable Diseases (NICD) del Sudafrica, la presenza della variante è stata documentata col sequenziamento in 22 casi positivi, ma molti altri vengono confermati in questi giorni da diversi laboratori del Paese. Quattro casi sarebbero stati individuati in Botswana e uno ad Hong Kong in un viaggiatore di ritorno dal Sudafrica. In totale sarebbero 59.

Intanto la comunità scientifica si è già attivata per cercare di completare in fretta l’identikit di questa nuova variante. Thomas Peacock, virologo dell’Imperial College di Londra, sottolinea sul suo profilo Twitter che “l’incredibile numero di mutazioni della proteina Spike suggerisce che questa variante potrebbe destare preoccupazione” per l’ipotetica capacità di sfuggire a molti degli anticorpi monoclonali noti. Al momento, però, sono ancora troppo pochi i dati disponibili per trarre delle conclusioni: la diffusione della variante sembra essere ancora limitata e non ci sono prove di laboratorio che ne dimostrino la reale trasmissibilità ed elusività.

Quello che preoccupa maggiormente sono le 32 mutazioni nella proteina spike, la parte del virus che la maggior parte dei vaccini usa per innescare il sistema immunitario contro il Covid. Si tratta di circa il doppio del numero associato alla variante Delta che ha provocato la quarta ondata in Europa. Le mutazioni nella proteina spike possono influenzare la capacità del virus di infettare le cellule e diffondersi, ma rendono anche più difficile per le cellule immunitarie attaccare l’agente patogeno.

La variante Delta è stata rilevata per la prima volta in India alla fine del 2020, ma da allora si è diffusa in tutto il mondo, causando un aumento dei tassi di casi e dei decessi. Altre varianti di coronavirus includono Alpha (originario del Kent nel Regno Unito), Beta (precedentemente noto come variante sudafricana) e Gamma (originariamente rilevata in Brasile). È stato suggerito, a seguito di un calo dei casi in Giappone, che la Delta potrebbe essere destinata all’autodistruzione.

Intanto il ministro della Salute britannico però ha annunciato che dalle 12 di venerdì saranno vietati i voli da sei paesi africani. Il divieto scatterà per i voli dal Sudafrica, Namibia, Zimbabwe, Botswana, Lesotho ed Eswatini. Gli esperti hanno descritto la variante, nota come B.1.1.529, “una delle peggiori viste finora“. Al momento non ci sono casi confermati in Gran Bretagna, mentre sono 59 quelli identificati tra Sudafrica, Hong Kong e Botswana.

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