Dopo le richieste avanzate in giornata da Francia e Gran Bretagna e la crescente pressione internazionale degli ultimi giorni, sia da parte delle istituzioni mondiali che del mondo dello sport, è riapparsa in video Peng Shuai, la tennista cinese di cui si erano perse le tracce da novembre, quando aveva denunciato di essere stata vittima di un’aggressione sessuale da parte dell’ex vicepremier Zhang Gaoli. La giocatrice ha parlato in videoconferenza con il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), rassicurandolo sulle sue condizioni: “Sto bene e sono al sicuro”, ha detto.

Chissà se questo incontro, arrivato dopo che ieri erano state diffuse dalla stampa cinese alcune foto che la riprendevano mentre giocava con il suo gatto e dei peluche e dopo una lettera di rassicurazioni circolata sempre sulla tv di Stato, non abbia definitivamente tranquillizzato i governi internazionali che più volte hanno chiesto a Pechino di fornire le prove del fatto che Shuai non fosse in pericolo di vita e che i suoi diritti venissero rispettati. Solo stamattina, il ministro degli esteri francese, Jean-Yves Le Drian, aveva dichiarato a proposito: “Aspetto solo una cosa, che Peng Shuai parli. Se le autorità cinesi vogliono fare chiarezza, devono permetterle di parlare, di dire dove si trova, come vive e quello che fa. Se le viene impedito, se c’è stata un’evidente scomparsa, saremo costretti a trarne delle conseguenze diplomatiche”.

Mentre la Gran Bretagna aveva esortato la Cina a fornire “prove verificabili” in merito “alla sicurezza e al luogo in cui si trova” la star del tennis: “Siamo estremamente preoccupati per l’apparente scomparsa di Peng Shuai e stiamo seguendo da vicino il caso”, ha dichiarato il ministero degli Esteri in una nota, aggiungendo che Pechino “dovrebbe fornire urgentemente prove verificabili in merito alla sua sicurezza e al luogo in cui si trova”.

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