Riceveva un “fisso” di 1.200 euro al mese per fornire informazioni sulle indagini a Vincenzo Porcelli, capo di un clan criminale attivo nel traffico di stupefacenti nella zona di Metaponto. È l’accusa con cui Michele Fico, vicebrigadiere dei Carabinieri già in servizio a Bernalda (Matera) e poi trasferito in provincia di Bari, è stato arrestato dalla Polizia a Castellaneta (Taranto). L’operazione ha eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal gip di Potenza su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda), che lo accusa – in concorso con Porcelli – di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e ricettazione. Nell’indagine condotta dalle Squadre mobili di Potenza e Matera è stato accertato che “in cambio di introiti e vantaggi“, durante il proprio incarico in Basilicata il Carabiniere ha “stabilmente garantito a Porcelli di non essere sottoposto ad arresti in flagranza di reato e a a sequestri di sostanze stupefacenti”, si legge nel comunicato della Dda.

Oltre al versamento mensile, secondo gli investigatori Fico ha ricevuto altro denaro dal coindagato, per un totale di circa 75mila euro dal settembre 2015 al novembre 2019, riciclando il provento della corruzione “in attività speculative nel settore dei giochi e delle scommesse online, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza”. Il gip di Potenza ha disposto il sequestro preventivo per equivalente delle somme “illecitamente percepite” dal militare. Porcelli è stato condannato in primo grado per traffico di stupefacenti ed è attualmente detenuto.

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