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Procuratore nazionale antimafia, otto i nomi per il dopo-Cafiero de Raho: ci sono Gratteri, Melillo e Lo Voi. Ma anche Zuccaro e Viola

Ci sono i capi dei maggiori uffici giudiziari del Sud tra i magistrati che hanno presentato domanda al Csm per sedere sulla poltrona di procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Oltre ai procuratori di Catanzaro, Napoli e Salerno ci sono quello di Catania Carmelo Zuccaro, quello di Messina Maurizio De Lucia e quello di Lecce Leonardo Leone De Castris. Oltre a Marcello Viola, in corsa insieme a Lo Voi anche per la procura di Roma
Procuratore nazionale antimafia, otto i nomi per il dopo-Cafiero de Raho: ci sono Gratteri, Melillo e Lo Voi. Ma anche Zuccaro e Viola
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Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, quello di Napoli Giovanni Melillo e quello di Palermo Francesco Lo Voi. Ci sono i capi dei maggiori uffici giudiziari del Sud tra gli otto magistrati che hanno presentato domanda al Consiglio superiore della magistratura (Csm) per succedere a Federico Cafiero De Raho nella carica di procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Ma non solo: si sono proposti anche il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro (diventato celebre per le sue indagini contro le ong nel Mediterraneo) quello di Messina Maurizio De Lucia e quello di Lecce Leonardo Leone De Castris, oltre a Giovanni Russo, già sostituto a Napoli e dal 2009 in procura nazionale antimafia, di cui è procuratore aggiunto dal 2016.

L’unica candidatura che non viene dal Mezzogiorno è quella di Marcello Viola, il procuratore generale di Firenze che è allo stesso tempo in corsa – così come Lo Voi – per il posto di procuratore di Roma, dopo che il Consiglio di Stato (confermando il Tar) ha annullato la nomina di Michele Prestipino decisa dal Csm a marzo 2020. Viola, però, è siciliano di nascita e ha lavorato molti anni nell’isola, di cui quattro come capo della procura di Trapani. Cafiero De Raho, il procuratore uscente in carica dal 16 novembre 2017, sta per terminare il suo primo mandato di quattro anni e non si può candidare per un secondo (come la legge in teoria permette) per raggiunti limiti di età: il prossimo febbraio compirà settant’anni, l’età massima concessa ai magistrati per il pensionamento.

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