La Polizia sta eseguendo una serie di perquisizioni in diverse città italiane nei confronti di No Vax e No Green Pass. Si tratta di 17 provvedimenti nei confronti dei più radicali affiliati al canale Telegram “Basta Dittatura”, uno degli spazi web di maggiore riferimento nella galassia dei negazionisti del Covid-19 già oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro nonché della decisione di chiusura da parte della stessa società, per la gravità dei contenuti pubblicati. Nei loro confronti sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e di istigazione a disobbedire le leggi. Secondo quanto emerso puntavano anche a compiere gravi illeciti contro le più alte cariche istituzionali, fra cui il presidente del Consiglio Mario Draghi.

L’operazione è stata realizzata a seguito delle indagini svolte sotto la direzione dei magistrati specializzati della Procura della Repubblica di Torino, gruppo terrorismo ed eversione. Gli accertamenti sono stati condotti per diverse settimane monitorando il canale divenuto polo principale nell’organizzazione di proteste violente su tutto il territorio nazionale. ‘Basta Dittatura” negli scorsi mesi aveva raccolto decine di migliaia di iscritti, risultando essere il nodo di collegamento con tutti i principali spazi web di protesta, degradata via via in un persistente incitamento all’odio ed alla commissione di gravi delitti. Il canale era già stato oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro nonché della decisione di chiusura da parte della stessa società, in considerazione della gravità dei contenuti pubblicati.

L’operazione che ha portato alle perquisizioni di 17 No vax ha coinvolto 16 città tra cui Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese. È stata eseguita dalla polizia di Torino con i Compartimenti Polizia Postale e delle Digos territoriali, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Sono stati emessi due fogli di via nei confronti di altrettanti No vax: una donna di 43 anni di origini siciliane e un uomo, estraneo all’indagine. Il provvedimento è stato adottato, secondo quanto si apprende, “per le condotte criminose durante le manifestazioni di piazza, con atteggiamenti oppositivi nei riguardi delle forze dell’ordine durante la gestione dei cortei non autorizzati”. Alcuni materiali trovati nelle abitazioni sono stati posti sotto sequestro. Nel caso di un No vax di Palermo anche una tanica di acido: proprio sulla chat il palermitano invitata a lanciare contro le forze dell’ordine bottiglie piene. A Siena, invece, la polizia ha sequestrato un passaporto nazifascista dell’epoca, mentre a Brescia e Cremona sono stati rinvenuto coltelli e una balestra, alcune baionette e un vecchio fucile.

Fra i loro obiettivi c’erano anche le forze dell’ordine, i medici, gli scienziati, i giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di “asservimento” e di “collaborazionismo” con la “dittatura”. Frequenti erano i riferimenti espliciti a “impiccagioni”, “fucilazioni”, “gambizzazioni”. Nei messaggi si alludeva anche a una nuova “marcia su Roma”. Presa costantemente di mira con pesanti insulti anche tutta quella parte di popolazione che, vaccinandosi e osservando le regole di protezione personale, ha accettato di rendersi “schiava” dello Stato. Tra gli indagati ci sono persone già note alle forze dell’ordine. Alcune hanno precedenti per resistenza a pubblico ufficiale, rapina, estorsione e in materia di stupefacenti. Non mancano però anche gli incensurati, che online si sono avvicinati alle posizione No Vax. Tra gli identificati anche persone che in passato avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari e partecipato a disordini di piazza. “Agli indagati la polizia è arrivata dopo un lungo lavoro di monitoraggio iniziato prima dell’estate – aggiunge Fabiola Silvestri, dirigente della polizia postale del Piemonte – Gli amministratori del canale, poi chiuso da Telegram, che contava oltre 40 mila utenti, non sono stati ancora identificati”.

Compaiono intanto le prime reazioni fra i partecipanti alla chat di Telegram: “Ci stanno dando la caccia. Stiamo attenti. La verità fa male a questo governo”. E c’è chi propone nuove proteste: “Potremmo organizzare gruppi di centinaia di persone – si legge – ed entrare senza mascherine in un centro commerciale. Ci rivolgiamo alle forze dell’ordine: state difendendo un governo che non è giusto, che sta facendo male. Il popolo si sta ribellando non perché è cattivo. Il nostro è un modo di dire no alle ingiustizie”. E ancora: “Non si può più manifestare. Stiamo vivendo nella più radicata dittatura”. Il governo è reo di ‘mentire’ su covid e vaccini, e le persone che continuano a vaccinarsi. “Anche i vaccinati stanno capendo come stanno veramente le cose – scrive un altro – non potranno fermare un intero popolo”. C’è chi propone di entrare nelle stazioni ferroviarie in tutta Italia, rigorosamente senza mascherina, e di salire a bordo del primo tremo utile per ‘recarsi a Roma’ e chi, invece, suggerisce come forma di protesta di entrare in massa “a gruppi di centinaia di persone alla volta” nei centri commerciali, sempre senza mascherina. E non mancano le minacce ai magistrati della procura di Torino e alla polizia che indagano: “Sapete cosa fare” si legge sui canali Telegram. “Bisognerebbe andare tutti sotto il palazzo a lanciare bombe, così la smettono con questa dittatura”, è uno dei tanti messaggi ora al vaglio della Digos della Questura di Torino. La polizia postale del capoluogo piemontese nelle prossime ore chiederà alla Procura del capoluogo piemontese di avviare le procedure per l’oscuramento dei nuovi canali nati su Telegram dopo la chiusura di ‘Basta dittatura’. Si tratta di spazi su cui ancora oggi si leggono minacce rivolta a investigatori e magistrati, tra cui ‘Basta dittatura italiana’ e ‘Basta dittatura-proteste’.

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