A squola! A squola! È sempre divertente giocare con la scrittura, significa che si dominano le sue regole! E’ un po’ come i canoni per l’artista: servono per essere manipolati, stropicciati, sfidati. Altrimenti, come si fa ad offrire nuove visioni? So che in tanti non la pensano come me, subisco molte critiche per l’uso dell’inglese sul mio giornale, o della schwa, dell’asterisco, delle emoticons. Perfino la E di ReWriters è rovesciata, scritta al contrario, tanto che mia figlia la riproduce così, a volte, sul quaderno di italiano, confondendosi!

Il concetto di riscrittura dell’immaginario, missione che sta alla base dell’Associazione Culturale ReWriters che presiedo, significa proprio questo: ridiscutere i codici, smontarli come si smonta un castello Lego, scardinare luoghi comuni, stereotipi, precognizioni, predizioni, pregiudizi, per costruire nuovi scenari a partire dai valori universali riconosciuti dall’umanità ad ogni latitudine. Un’azione che, mentre destruttura, ristruttura, trasformando un rudere in una dimora accogliente, aggiustando un motore rotto per farlo girare ancora e meglio, rinnovando come in primavera, aprendo gabbie.

Come si fa tutto questo? Lo spieghiamo in un workshop interattivo on line, il prossimo 11 e 12 dicembre (info qui): occorre imparare ad usare il pensiero laterale, la creatività, la co-mentalizzazione, la risorsa di ascolto e dialogo. Ci aiuteranno Antonio Padellaro, founder di Il Fatto Quotidiano, Cesare Biasini Selvaggi, direttore di Exibart, Luisella Battaglia, founder Istituto Italiano di Bioetica, Pasquale Quaranta, giornalista della divisione digitale del Gruppo Gedi e founder di OMO – Osservatorio Media e Omosessualità, Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI, le scrittrici Teresa Ciabatti e Anna Maria Liguori, giornalista di La Repubblica, l’attivista green Annalisa Corrado, i Fridays For Future e tanti altri.

La scrittrice Teresa Ciabatti, nominata proprio nel 2021 al Premio Strega, parlerà del potere della letteratura sulla riscrittura dell’immaginario, i Fridays For Future, movimento ambientalista, parleranno della giustizia intergenerazionale, Giovanna Melandri parlerà della Teoria del Cambiamento, la politica Sabrina Alfonsi parlerà di etica della biocultura e dell’importanza di riscrivere il rapporto tra essere umano e animali, il direttore di Exibart Cesare Biasini Selvaggi della “buona politica”, ripensando radicalmente i modelli di governo, di coesione sociale, di convivenza con le intelligenze non umane, e ripartendo dalla partecipazione attiva in quanto esercizio di democrazia, la business coach Barbara Santoro, specializzata in change management, del concetto di consilienza e di che cosa significa fare impresa in modo innovativo, il fondatore di Il Fatto Quotidiano Antonio Padellaro dei grandi riscrittori e riscrittrici del passato come modello e ispirazione per questa rivoluzione valoriale dei ReWriters, Anna Maria Liguori dei nuovi femminismi e di come occorra ripartire dagli uomini, Luisella Battaglia di ecofemminismo e di cultura della cura, l’attivista ambientalista Annalisa Corrado di sostenibilità, Cristiana Meloni, architetta e inventrice, founder di LABO – Architects&Inventors, di cosa significa inventare e perché le inventrici donne sono le candidate numero uno per riscrivere la contemporaneità, Pasquale Quaranta del linguaggio inclusivo come leva per cambiare il pensiero.

ReWriters andrà anche nelle scuole, e i corsi cominciano a novembre grazie alla vittoria di un bando europeo, ma ancora non posso dire altro: vi tengo aggiornatə!

I punti di ReWriters, per una formazione in riscrittura, si basano su:

1. We-mode: alla base del We-mode c’è la condivisione delle menti, la quale presuppone una buona capacità di mentalizzazione, ossia la coordinazione tra l’esperienza soggettiva, ciò che un’altra persona sta vivendo e la valutazione oggettiva della realtà esterna. Se la mentalizzazione è condivisa (co-mentalizzazione), se cioè si condivide la capacità di riconoscere che si hanno prospettive diverse su un oggetto di realtà, si attiva la condivisione delle menti, appunto il We-mode. Sviluppare un modello We-mode significa coltivare una cultura dell’inseparabilità dalla nostra comunità, un nuovo immaginario dell’identità, non più separato da tutto ciò che non sia io, ma olistico, in relazione con il proprio ecosistema, che in definitiva è anche il pianeta, oltre alla società dei pari. Questa sorta di prima persona plurale permette di “vedere qualcosa congiuntamente”, di intendere l’identità come noi, non più intesa come io, che infondo è lo stesso concetto alla base del pensiero post queer, laddove il them si usa per rivolgersi alle persone che si definiscono di genere non-binario.

2. Il pensiero divergente: si tratta di una funzione cognitiva capace di risolvere questioni razionali attraverso un approccio non razionale, non convenzionale, anticonformista, osservando il problema da diverse angolazioni, consapevoli del fatto – come recita il Manifesto ReWriters – che un punto di vista è solo la vista da un punto (questa frase è tra l’altro il claim della nostra linea di gadgets). Sinonimo di pensiero divergente è il pensiero laterale, termine coniato dal fascinoso scrittore e psicologo oggi quasi novantenne Edward De Bono. Entrambe le terminologie fanno comunque riferimento allo stesso comportamento: non considerare la logica sequenziale come un dogma ma anzi, privilegiare l’insight, il salto, il pensiero creativo.

3. L’empatia: quello che si vede nel sistema dei neuroni specchio, anche attraverso risonanze magnetiche, è che nell’incontro empatico non è il ragionamento a permetterci di comprendere l’altro ma un conoscersi dall’interno di se stessi, un entrare in contatto a partire dalla propria esistenza autentica senza che l’altro diventi un oggetto. Nell’empatia, cioè, l’esistenza di due esseri diventa quella di un essere solo, diventa olistica.

I nostri 12 Mag-book (metà rivista e metà libri) del 2021 sono tutti scritti con questa metodologia: abbonati qui!

Articolo Precedente

Fiestas Patrias: a Panama il mito di Rufina Alfaro rivendica il contributo invisibile delle donne

next
Articolo Successivo

La Giornata della Gentilezza: perché la festa è nata in Giappone e come s’è diffusa nel mondo

next