Primo tentativo di Lega e Fratelli d’Italia di far saltare il referendum sulla Cannabis sventato. La commissione Affari costituzionali della Camera ha bloccato il blitz che avrebbe rischiato di rendere inutilizzabili le firme raccolte nei mesi scorsi: il tentativo è stato fatto in mattinata e nell’organismo dove i numeri della maggioranza sono sul filo. I due partiti hanno infatti presentato un emendamento soppressivo della norma approvata in Consiglio dei Ministri che ha consentito anche a chi ha depositato quesiti referendari dopo il mese di giugno di depositare le firme entro il 31 ottobre. La proposta è stata respinta con i voti di Pd, M5s, +Europa e l’astensione di Forza Italia che ha deciso di mollare i colleghi del centrodestra.

La proroga al deposito delle firme era stata autorizzata dal governo Draghi: una decisione, come ha spiegato il deputato di +Europa Riccardo Magi, arrivata per evitare disparità di trattamento tra le varie raccolte. Ora, dopo che i leghisti sono riusciti a evitare il deposito delle loro firme per il referendum sulla Giustizia, approfittando della richiesta arrivata da 5 Regioni a guida centrodestra, e dopo che il 28 ottobre scorso c’è stato il deposito di oltre 600mila firme per la Cannabis, hanno tentato il blitz per far fallire le altre consultazioni. “Una vera porcata”, ha denunciato Marco Cappato. Mentre “Legalizziamo!” ha parlato di “sabotaggio”. Quella norma venne votata in Cdm da tutti i ministri tranne quelli leghisti, e a Montecitorio il Carroccio ha provato a smontarne l’impianto. “I referendum sono salvi”, dice Stefano Ceccanti (Pd). Ma Cappato avverte: “Occhio che questo emendamento-porcata lo ripresenteranno in Aula“. “La gravità dell’iniziativa parlamentare della Lega è sconcertante”, ha aggiunto Magi (+Eu). “La Lega prima ha richiesto la proroga per i propri referendum e poi si è opposta al fatto che ne beneficiassero anche altri. Dopo avere platealmente evitato di depositare le firme sui referendum che ha promosso, tenta di impedire la conversione in legge del dl che contiene la norma antidiscriminatoria. E’ in ballo è anche la stabilità del diritto e la credibilità del governo che ha emanato il decreto. Abbiamo sventato una porcata“. “Sventato per ora il golpe”, grazie a “chi ha votato compattamente contro” Marco Perduca, dell’associazione Luca Coscioni e Presidente del Comitato Promotore del Referendum Cannabis rinvia ora ogni decisione “al popolo sovrano”.

Voci di corridoio prospettavano un possibile allineamento dei deputati Fi alla posizione leghista. Non tanto per intestarsi una battaglia politica contro gli avversari (in Cdm avevano infatti votato a favore), quanto per dare un segnale ai propri ministri dopo le scintille delle settimane scorse accese dalle polemiche innescate dalla Gelmini accusata dai suoi stessi colleghi di essere troppo ‘draghiana’ e in allontanamento dal partito. Ma al voto Forza Italia si è astenuta, mantenendo la posizione espressa dai suoi ministri, e l’emendamento è stato bocciato.

Per il M5s, “il tentativo di Lega e di Fratelli d’Italia di far saltare il referendum sulla Cannabis è vergognoso. Un sabotaggio fortunatamente sventato, ma è un chiaro agguato alla democrazia diretta, nonché uno schiaffo alla volontà di moltissimi cittadini”, ha detto la capogruppo 5 stelle in commissione Vittoria Baldino. “Quella norma approvata dal Governo è fortemente voluta dal M5s rappresenta uno strumento di salvaguardia della partecipazione popolare di cui gli istituti di democrazia diretta come i referendum rappresentano un importante strumento, ma è anche una norma di supporto per i Comuni, che a causa della concomitanza delle ultime elezioni amministrative e di ritardi burocratici nella Pubblica amministrazione, hanno riscontrato notevoli difficoltà nel rilasciare entro le 48 ore previste per legge, i certificati di iscrizione alle liste elettorali dei sottoscrittori. Con questa mossa Lega e Fratelli d’Italia forse pensano di vincere una battaglia ideologica e strumentale, ma non hanno capito che in questo modo voltano la faccia ai cittadini e al loro diritto alla partecipazione” ha concluso.

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