Ci hanno riflettuto fino alla fine, fino a poche ore dalla scadenza per presentare la documentazione, col rischio anche di perdere l’appoggio dei vertici del calcio europeo per la candidatura per ospitare gli Europei del 2028. Ma nel tardo pomeriggio del 22 ottobre il governo italiano, come comunica Palazzo Chigi, ha deciso di costituirsi a difesa dell’Uefa nel giudizio sulla Superlega incardinato presso la Corte di Giustizia Europea.

Una mossa che era attesa proprio per l’alta posta in gioco e che, anzi, si pensava potesse arrivare prima e non a poche ore dalla deadline fissata per la mezzanotte del 22 ottobre. La decisione di Palazzo Chigi di schierarsi al fianco della Uefa a sostegno della legittimità dell’opposizione al torneo d’élite voluto da Real Madrid, Juventus e Barcellona rafforza la posizione della federazione europea nel contenzioso con i club che hanno continuato a sostenere fino all’ultimo la necessità della nuova competizione. Anche perché insieme a Roma si sono schierati a sostegno dell’Uefa anche altri 15 Paesi europei: Spagna, Francia, Portogallo, Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Svezia, Ungheria, Lettonia, Malta, Danimarca, Romania, Slovacchia, Irlanda e Islanda.

Un epilogo, questo, che era stato invocato anche dai vertici dello sport nostrano, con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e quello della Figc, Gabriele Gravina, che in giornata avevano chiesto all’esecutivo di Mario Draghi di allinearsi alla posizione di altri Paesi europei. Un mancato supporto da parte dell’Italia avrebbe potuto avere, inoltre, effetti collaterali molto pesanti, a partire dal mancato appoggio alla candidatura italiana a Euro 2028. “Per il tramite del sottosegratario allo Sport, Valentina Vezzali, ho rappresentato al Governo la posizione della Figc in merito alla costituzione dell’Italia nel giudizio sulla Superlega incardinato presso la Corte di Giustizia Europea, evidenziandone rischi e criticità. Auspico che avvenga entro oggi per non porre il nostro Paese al di fuori di un consesso molto ampio di Stati che supportano la Uefa in quella che riteniamo sia una battaglia di principio a difesa di un sistema calcistico aperto e meritocratico“, aveva dichiarato Gravina.

Mentre Malagò, che in mattinata aveva visto proprio il capo della Federcalcio, aveva detto: “Ho fatto il punto della situazione con Gravina che era dispiaciuto, amareggiato e sorpreso, anche perché il governo aveva esplicitato in modo chiaro la sua posizione tempo fa. Gravina mi ha chiesto se potevo sentire qualcuno. In ogni caso mi sembrerebbe un controsenso non prendere posizione”.
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