Il direttore generale di Arpa, l’Azienda per l’Ambiente della regione autonoma Friuli Venezia Giulia, è andato in pensione all’inizio di giugno ma ha continuato a lavorare e a percepire lo stipendio. Una situazione anomala, in contrasto con la riforma Madia della pubblica amministrazione, denunciata con un’interrogazione dai consiglieri regionali del Pd. Durante un “question time”, la risposta, ma anche la conferma, è venuta dall’assessore all’Ambiente, Fabio Scoccimarro, di Fratelli d’Italia. Ha spiegato che sono in corso verifiche e che comunque il direttore generale Stellio Vatta continuerà a prestare la proprio opera, ma gratuitamente.

Per quell’incarico è previsto uno stipendio di circa 12mila euro al mese, uguali a quelli percepiti dal direttore generale del settore Salute, in base alla deliberazione della Giunta regionale 7 agosto 2014, n. 1522. Nel 2020 ha percepito complessivamente 131mila euro. In quattro mesi – da giugno a settembre – gli introiti del direttore generale corrispondono quindi a circa 45mila euro. Il governatore Massimiliano Fedriga, con il decreto numero 110 del 26 giugno 2019, aveva affidato l’incarico a Vatta per la “durata di tre anni e sei mesi con decorrenza dall’1 luglio 2019 al 31 dicembre 2022”. In quel documento si specificava che “il rapporto di lavoro con l’Amministrazione regionale sarà regolato da un contratto di diritto privato redatto secondo lo schema-tipo approvato con la deliberazione n. 1522”.

L’ingegner Vatta, 65 anni, si è laureato all’Università di Trieste. Dopo un primo impiego in Fincantieri ha percorso tutta la carriera all’interno degli uffici regionali. Prima di diventare direttore generale di Arpa era direttore di staff nel settore Ambiente. All’interrogazione del consigliere Franco Iacop ha risposto l’assessore Scoccimarro. Ha ammesso di aver ricevuto “la comunicazione di Arpa e dell’ing. Vatta di fine settembre in cui è stato riportato che dall’1 giugno 2021 l’ingegner Vatta è collocato in quiescenza”. E ha aggiunto: “Dopo il successivo riscontro degli uffici regionali dei primi di ottobre, ho svolto diversi incontri con i dirigenti della regione Friuli Venezia Giulia e Arpa Friuli Venezia Giulia che stanno operando le opportune verifiche e valutazioni rispetto alla situazione creatasi e riguardo la norma di settore, nonché le successive circolari esplicative e la giurisprudenza di merito”. Insomma, l’assessore è stato informato, ma sono in corso approfondimenti. Scoccimarro precisa: “Ci tengo a sottolineare come questa situazione non stia pregiudicando in alcun modo l’attività dell’Agenzia grazie alla professionalità di tutti i suoi dipendenti”. Ma l’ingegner Vatta, il cui nome compare ancora nel sito ufficiale di Arpa, sta continuando a lavorare? Su questo punto l’assessore dà una risposta sfumata: “Auspico, in accordo con il presidente (Fedriga, ndr), che il direttore generale ingegner Vatta, che incontrerò in settimana, continui a dirigere l’Agenzia come in questi anni (seppur gratuitamente) fino alla nomina del suo successore entro giugno 2022”. Se ne deduce che il direttore generale da adesso in poi se lavorerà ancora per Arpa lo dovrà fare senza stipendio, visto che ha già una pensione pubblica. E comunque il suo mandato si concluderà nel giugno prossimo.

“La risposta odierna dell’assessore all’Ambiente ha confermato che il direttore generale ha percepito il compenso che non gli spettava ai sensi di legge e che la Regione stessa ne ha preso atto solo da un paio di settimane” ha commentato il consigliere Iacop. La questione non è però archiviata. “È un fatto tutto da chiarire, visto anche che la Regione, alla quale spetta la vigilanza sull’ente, lo ha riscontrato solo a inizio ottobre. A coronare una situazione imbarazzante è il fatto che ad oggi l’Arpa è senza una guida“. È stata la Regione a non vigilare o il dirigente Arpa a non comunicare la sua nuova posizione di pensionato? “A questo riguardo le domande che sorgono sono diverse – prosegue Iacop – a partire dal perché la Regione non sia intervenuta prima e al fatto che Arpa non abbia quindi comunicato l’avvenuto pensionamento. Per questo abbiamo chiesto alla direzione centrale Ambiente l’accesso agli atti di tutta la corrispondenza intercorsa tra Regione e Arpa. Vogliamo capire come sia potuto accadere un fatto di una gravità assoluta, anche in termini di responsabilità politica. Dovessero ricorrere gli estremi, non esiteremo a segnalare un tanto alle autorità competenti”.

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