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La ricetta di The Good Lobby e Transparency per i finanziamenti ai partiti: “Database aperto sui finanziatori e rafforzare 2xmille”

Dopo l'inchiesta di Fanpage sui presunti fondi neri raccolti da esponenti di Fratelli d'Italia per le comunali di Milano, la denuncia delle due organizzazioni sull'opacità della politica. Tra le soluzioni proposte per risolverla, anche l'aumento delle risorse in dote agli enti di controllo e la creazione di un tavolo permanente con esperti, società civile e forze in campo
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Non solo il rafforzamento del 2xmille ma anche la creazione di un database aperto su modello britannico e la pubblicazione di informazioni omogenee sui finanziatori. Queste alcune delle richieste avanzate da The Good Lobby e Transparency International Italia alla luce dell’inchiesta “Lobby Nera” di Fanpage, che ha portato la procura di Milano a indagare l’esponente di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza insieme a Roberto Jonghi Lavarini per finanziamento illecito e riciclaggio in merito alla campagna elettorale del partito guidato da Giorgia Meloni per le comunali nel capoluogo lombardo. Un insieme di proposte con cui le due organizzazioni, da tempo impegnate a monitorare il finanziamento della politica e l’impiego dei fondi da parte dei partiti, puntano a “migliorare un comparto che ha ancora bisogno di cospicue iniezioni di trasparenza e di senso di responsabilità”.

Ispirandosi al sito della Electoral Commission inglese, che dà libero accesso ai dati di candidati, titolari di cariche elettive, forze politiche, le due associazioni ritengono indispensabile prima di tutto l’attivazione di una piattaforma web su cui confluiscano, in formato aperto e riutilizzabile, le informazioni oggi disponibili sul sito del Parlamento e su quelli dei partiti ma in modo non pienamente aperto e con suddivisioni confuse. L’idea, insomma, è quella di un unico sito web “istituzionale” che consenta un monitoraggio costante ed efficace delle entrate e delle uscite di tutta la politica.

Non solo però. I dati contenuti nella piattaforma dovranno anche essere uniformi tra loro in modo da permettere l’identificazione dei finanziatori: bisognerà superare, cioè, l’attuale discrepanza tra chi pubblica informazioni dettagliate sugli erogatori di contributi e chi invece si limita a indicarne nome e cognome. Il tutto mentre, sul fronte opposto, viene promosso un maggiore coinvolgimento dei cittadini lanciando campagne per pubblicizzare il 2xmille e aumentando le risorse disponibili a copertura delle mancate entrate fiscali. Tra le altre proposte al centro della discussione, il rafforzamento della dotazione di personale e risorse delle autorità di monitoraggio, in primis la Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei partiti, e l’avvio di un tavolo permanente di lavoro con esperti, società civile e forze politiche per giungere a soluzioni legali che garantiscano un bilanciamento tra la sopravvivenza dei partiti e l’emergente bisogno di trasparenza e integrità.

“Con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ci siamo trovati di fronte a una regolamentazione poco trasparente dei flussi finanziari”, ha dichiarato Susanna Ferro, advocacy officer di Transparency International Italia. Che ha spiegato: “Regole poco chiare e controlli inconsistenti rischiano di farci trovare troppo spesso di fronte a fatti di cronaca come quelli emersi di recente: è perciò importante sapere chi finanzia la politica, in primis per la tenuta democratica del nostro Paese”. “La nostra associazione ha cercato di colmare la carenza di trasparenza e accessibilità delle informazioni con la piattaforma soldiepolitica.it, ma ora è tempo che le istituzioni facciano la loro parte”, ha concluso Ferro.

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