“Immaginare che il diritto di cittadinanza dia diritto a un reddito, a mio giudizio è meglio che gli diamo una bustina di droga al ragazzo“. È bufera a Battipaglia, in provincia di Salerno, per le parole del candidato sindaco del centrosinistra, Antonio Visconti, sostenuto da diverse liste civiche e dal Pd. Visconti stava parlando a un incontro tra i candidati organizzato dall’istituto Ferrari quando, trattando il tema della formazione dei giovani, ha attaccato la misura di sostegno al reddito.

“Queste parole mi hanno inquietato profondamente poiché anche solo accostare il concetto di reddito di cittadinanza a quello di droga è ingiusto e grave e (da un punto di vista pedagogico) estremamente pericoloso. Di fronte ad una platea di giovani delle scuole superiori è ancora più grave ed inaudito, perché si fa passare un messaggio equivoco sul tema della droga”, ha attaccato Enrico Farina, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle. “Ma al di là del ruolo politico – ha aggiunto -, le parole di Antonio Visconti mi feriscono come padre ed anche come operatore di settore che, ogni giorno, lavora per il reinserimento sociale di coloro a cui la droga ha strappato la vita, la dignità e gli affetti. Battipaglia ha subito, negli anni, la perdita di troppi figli, a causa della maledetta droga”. “Parole gravissime” secondo il deputato del Movimento 5 stelle, Angelo Tofalo che ha chiesto una ferma condanna da parte del Pd e il ritiro della candidatura a sindaco di Visconti.

Dopo la bufera Visconti si è difeso pubblicando sia un video che un post su Facebook, definendo i pochi secondi del suo discorso diventati virali, tratti da una diretta di SudTv, “tagliati ad arte”: “Voglio chiarire il contenuto di alcune mie infelici dichiarazioni – ha detto nel video – che sono figlie di un ragionamento un po’ più allargato“. “Il tema verteva sullo stimolo e la formazione professionale e la creazione di competenze per i giovani – ha spiegato – E sulle aziende che lamentano carenza di manodopera. Ovviamente il reddito di cittadinanza rappresenta una misura che ha una sua utilità per le categorie più fragili, ma non deve essere un’alternativa al lavoro. E dovrebbero essere migliorati i collegamenti tra questa misura e la formazione professionale. Era questo il senso delle mie affermazioni”. Il candidato quindi si è scusato per “l’infelice rappresentazione del concetto” e, nel post su Facebook, con le “famiglie e con i tanti che combattono il dramma della tossicodipendenza”.

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