Passati 8 mesi dall’inizio della campagna vaccinale contro il Covid, l’Italia arriva al 70,14% della popolazione over 12 immunizzata: il report quotidiano aggiornato alle ore 6 della mattina del primo settembre riporta che 37.882.252 persone hanno completato il ciclo vaccinale (in totale sono state somministrate 77.840.987 dosi). La struttura commissariale, guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo, festeggia il raggiungimento dell’obiettivo dell’immunità di gregge al 70% entro fine agosto. In realtà, un target raggiunto col trucco: nel piano presentato dal commissario lo scorso marzo, si parlava di immunità di gregge “calcolata su tutta la popolazione“. Improvvisamente poi la base di riferimento è cambiata, diventando la “popolazione over 12”, così da poter dire che l’obiettivo prefissato è stato raggiunto. Al di là degli escamotage per guadagnare qualche punto percentuale, però, la vera falla della campagna vaccinale resta sempre legata alle vaccinazioni delle categorie più a rischio, visto che ancora oggi (stando ai dati diffusi dall’ultimo report del governo) restano 3,8 milioni di over 50 che non hanno ricevuto nemmeno una dose.

Quando a marzo il generale Figliuolo fu scelto dal neo-premier Mario Draghi per guidare la struttura commissariale e quindi la campagna vaccinale, presentò un piano fissando una serie di obiettivi, tutte legati sostanzialmente alla quantità di dosi somministrate. Innanzitutto, il raggiungimento del mezzo milione di somministrazioni al giorno: doveva essere il ritmo da tenere per tutta l’estate, invece fu raggiunto in ritardo ed è stato disatteso per tutto il mese di agosto, quando il numero di vaccinazioni è sceso addirittura sotto i 2 milioni a settimana. Poi i famosi obiettivi legati all’immunità di gregge: il 60% entro fine luglio, il 70% entro fine agosto e il tanto atteso 80% per l’inizio di ottobre.

Nel piano però si legge chiaramente ancora oggi: il “totale della popolazione vaccinabile (over 16) è pari a poco meno di 51 milioni”, “è stata considerata l’immunità di gregge con tre possibili soglie (80-70-60%), calcolata su tutta la popolazione (anche under 16)”. A marzo il riferimento erano appunto i 16enni perché nessuno vaccino contro il Covid era stato autorizzato sotto quella soglia di età. Poi è arrivato il via libera a Pfizer e Moderna sopra i 12 anni. È un dettaglio non da poco: non solo ora l’immunità di gregge viene calcolata sulla popolazione vaccinabile (che è inferiore), ma con il rientro a scuola sono stati soprattutto gli adolescenti, compresi gli under 16, a trainare la campagna vaccinale nell’ultimo mese.

I numeri generali dicono che la campagna sta proseguendo (quasi) secondo i ritmi prefissati, ma nel frattempo sia la Francia che la Spagna hanno superato l’Italia per numero di somministrazioni effettuate in rapporto alla popolazione (fonte: Our World in Data, portale dell’Università di Oxford). I numeri specifici dicono inoltre che ci sono diverse falle per quel riguarda la “qualità” della campagna: l’ultimo report settimanale del governo, pubblicato venerdì scorso, dice che ci sono ancora 3,8 milioni di over 50 non vaccinati nemmeno con una dose. Ancora più di 500mila 70enni, oltre un milione di 60enni e quasi due milioni di 50enni. Sono le categorie a rischio di ricovero, anche in terapia intensiva, in caso di contagio. Il grande paradosso è che gli under 20 – ovvero coloro che corrono rischi minori – ancora in attesa della prima somministrazione in valore assoluto sono di meno: 755.896 16-19enni e 1.377.744 12-15enni. In totale sono poco più di 2 milioni.

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