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Torino, la metro 2? Significa rinunciare al Trincerone, un bosco in città

Torino, la metro 2? Significa rinunciare al Trincerone, un bosco in città
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Che Torino sia la città dell’automobile lo si capisce anche dai trasporti pubblici. Negli anni di quel sindaco Diego Novelli che la cosiddetta sinistra rimpiange ancora (magari perché i sindaci successivi sono stati ben peggiori) furono smantellate le linee dei filobus. A poco a poco, gli altrettanto ecologici tram furono sostituiti dai bus, contribuendo ad alimentare l’inquinamento urbano. Poi ancora – dopo aver lasciato mano libera alle auto in superficie – ecco l’idea di realizzare la metropolitana, facendo sempre correre le auto in superficie e relegando i pedoni sottoterra.

E adesso si parla anche della linea 2, sempre della metropolitana. Grandi opere che durano decine di anni e fanno guadagnare i soliti partiti delle talpe (inanimate), come quella che sta scavando a Chiomonte. Peccato che, in questo caso, una parte del percorso della linea 2 andrebbe a interessare il sedime del Trincerone. Cos’è il Trincerone?

Una linea oggi dismessa per treni merci lunga circa tre chilometri, che collegava fino agli anni Settanta lo Scalo Vanchiglia alla ferrovia Torino-Milano. Oggi il Trincerone è una sorta di bosco in città, con le più varie specie vegetali, erbe, arbusti, alberi. Ma chi vi risiede affianco evidentemente in questi decenni non ha mai apprezzato. Perché? Perché sarebbe un ricettacolo di immondizia. Invece di prendersela con quelli che abbandonano i rifiuti nel verde, ce la si prende col verde che cresce spontaneo e rigoglioso e in piccola parte combatte anche la mal’aria, quel verde che i rifiuti suo malgrado accoglie.

È un po’ come quei deficienti che chiamano “assassine” le alberate lungo le strade solo perché ci sono automobilisti disattenti o sbronzi che ci vanno a sbattere contro: stessa logica surreale, tipica di dementi. In ambedue i casi il verde ha solo la colpa di esistere. Quasi che ripulendo il Trincerone la gente non vi getterrebbe più i rifiuti. Davvero un bizzarro modo di pensare. Eppure, il comune ha dato retta a questa gente e a fine 2018 ha fatto pulizia del “bosco” con le ruspe. Fatica ovviamente sprecata, e soldi gettati al vento (come se il comune navigasse nell’oro…), perché la natura alla fine ha sempre la meglio e il Trincerone oggi è di nuovo verde e rigoglioso, come ho potuto constatare in questi giorni.

Io, fossi un amministratore, vi realizzerei un percorso all’interno per mostrare le varie specie che lo colonizzano spontaneamente, cioè il verde clandestino. Invece i 5 Stelle (di cui, ricordiamolo, una Stella è pur sempre l’ecologia) pensano solo ad azzerarlo. E adesso La Stampa parla con toni entusiastici di una nuova “bonifica”, ma che “rimane il dubbio su come l’amministrazione deciderà di mantenere il decoro in attesa dei cantieri della Metro 2.”

Insomma, là dove i residenti, i 5 Stelle, il giornalone della Fiat vedono una situazione indecorosa, io vedo un bosco in città. Mondi e culture del tutto inconciliabili. Anche questo insegna il Trincerone.

Foto di Fabio Balocco

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