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Gasparri insulta la Cina su Twitter: “È la vergogna del mondo, disprezzarla è un dovere”. L’ambasciata in Italia: “Istiga all’odio”

"Bene che nel medagliere delle Olimpiadi gli Usa superino la Cina che diffonde virus e inquina il pianeta", twitta il senatore, già ministro e vicepresidente di palazzo Madama, non nuovo a uscite sgangherate di questo tipo. L'ambasciata di Pechino a Roma: "Calunnie che istigano alla discriminazione e all'odio, le condanniamo fermamente"
Gasparri insulta la Cina su Twitter: “È la vergogna del mondo, disprezzarla è un dovere”. L’ambasciata in Italia: “Istiga all’odio”
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“Bene che nel medagliere delle Olimpiadi gli Usa superino la Cina che diffonde virus e inquina il pianeta. La Cina è la vergogna del mondo. Un dovere disprezzare la Cina“. La sgangherata uscita sinofoba su Twitter è del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, già ministro delle Telecomunicazioni e vicepresidente dell’assemblea di palazzo Madama, non nuovo a esuberanze “social” di questo tipo: per fare un esempio simile, nel 2014 commentò la vittoria dell’Italia sull’Inghilterra ai Mondiali di calcio con un “Fa piacere mandare a fare… gli inglesi, boriosi e coglioni. E pochi giorni dopo definì “orrenda” la cancelliera tedesca Angela Merkel. O ancora, gli insulti a una fan sovrappeso del rapper Fedez: “Meno droga, più dieta, messa male”.

Stavolta però il tono è talmente aggressivo da provocare addirittura la reazione dell’Ambasciata cinese in Italia. Sulla stessa piattaforma, l’organismo diplomatico scrive che “le calunnie contro la Cina del senatore Gasparri sono un’istigazione alla discriminazione e all’odio. Le condanniamo fermamente. Il rispetto per un altro Paese e il suo popolo è il minimo che ci si dovrebbe aspettare da un parlamentare. Purtroppo ha fallito miseramente“. E subito dopo: “Questo atto ingiurioso merita solo disprezzo. Siamo invece fortemente convinti che i rapporti sino-italiani, l’amicizia e la #cooperazione tra i due popoli si svilupperanno costantemente, inalterati dal virus dell’odio politico”.

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