La provincia di Cagliari è “a misura di bambino”, quella di Ravenna risulta la “più attraente” per i giovani mentre quella di Trento la migliore per il “benessere degli anziani”. Nell’edizione di oggi de Il Sole 24 Ore, il quotidiano di Confindustria pubblica la classifica delle province italiane con la miglior qualità della vita, distribuite questa volta a seconda delle di tre fasce d’età (bambini, giovani e anziani) e sulla base di indicatori differenziati come i posti disponibili in asili nido, lo spazio abitativo, il tasso di disoccupazione giovanile o il numero di geriatri.

Bambini – Cagliari, secondo il quotidiano economico, risulta essere quella più a misura di bambino, con 4,75 pediatri ogni mille residenti dai 0 ai 14 anni. A seguirla ci sono Siena e Messina, rispettivamente con 3,81 e 3,47. Il capoluogo della Sardegna, poi, offre uno dei migliori rapporti tra retta d’asilo nido e reddito medio dichiarato, con un’incidenza del 6,13% (la seconda più bassa dopo Catanzaro), “offrendo posto al 27% dei bambini da 0 a 3 anni”, come dice il giornale. Indicativa risulta poi la distribuzione geografica delle 107 province nella classifica generale. Tolte Cagliari e Oristano, per incontrare una provincia del Sud bisogna scendere fino alla 41esima posizione, con Chieti.

Giovani – La stessa Cagliari scende poi al 71° posto (sul totale delle 107 province) per qualità della vita per i giovani. Qui i dodici indicatori prevedono tra gli altri la quota di laureati tra i 25 e i 29 anni, il tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e i 29 o la percentuale di imprese con un titolare under 35 sul totale delle imprese registrate. La prima in classifica risulta essere Ravenna, la cui affermazione – come recita il quotidiano – “non è accompagnata da un exploit in un singolo parametro ma si fonda su buone performance e piazzamenti da top 10”. La città risulta infatti quarta per aree sportive all’aperto, quinta per proposta di concerti e per il minore gap nei canoni di affitto tra centro e periferia e settima per il saldo migratorio positivo. In classifica generale, poi, l’Emilia-Romagna riesce a conquistare tutti e tre i gradini del podio, piazzando la provincia di Ferrara e quella di Forlì-Cesena seconde e terze, con Piacenza e Parma rispettivamente al 5° e 6° posto.

Anziani – Secondo Il Sole, poi, la provincia ideale per gli anziani è quella di Trento, che il quotidiano definisce “un’area tradizionalmente all’avanguardia, che si tratti di qualità della vita, ecosistema urbano, indice di sportività”. La provincia autonoma risulta essere la prima per spesa degli enti pubblici per l’assistenza domiciliare, con 156,72 euro per abitante con oltre 65 anni (dati riguardanti il 2020): tanti, se si pensa che le ultime tre province della classifica, Biella, Crotone e Vibo Valentia sono ferme a zero. Trento è ancora la terza per spesa da parte per il trasporto disabili e anziani, subito dopo Aosta e Catania, con 27,70 euro per ogni over 65. “Aiutato dal suo status di provincia autonoma – dice il quotidiano – il territorio tridentino guarda con attenzione alla popolazione più avanti negli anni”. “Ravenna e Trento – continua ancora l’articolo del Sole -, invece, sembrano unire diverse generazioni: entrambe, oltre ad essere rispettivamente in cima alle categorie giovani e anziani, si piazzano nella top 10 anche delle altre due categorie. E negli ultimi cinque anni, in queste due province, la popolazione giovane, tra i 18 e i 35 anni, risulta in crescita, seppur lieve”. Milano e Monza e Brianza, poi, sono poi delle eccellenze per l’importo medio delle pensioni di vecchiaia e per la minore quota di assegni pensionistici di basso importo.

Le grandi aree metropolitane – Il Sole fa notare “la quasi totale assenza delle grandi aree metropolitane” dalla classifica generale, ad eccezione di Bologna che si piazza all’ottavo posto per benessere dei giovani e il quinto per gli anziani. Milano e Roma appaiono solo nella top 10 dedicata agli over 65 (rispettivamente in 10° e in 8° posizione), principalmente trainate dagli importi delle pensioni. Per il ranking dedicato invece ai bambini, finiscono rispettivamente in 42a e in 18a posizione, penalizzate principalmente dal ridotto spazio abitativo a disposizione delle famiglie e al 76° e 106° posto per i giovani, anche a causa delle difficoltà di accesso alla casa causato dagli affitti troppo elevati (la cui incidenza a Roma supera il 60% sul reddito medio dichiarato). Non bene neppure la provincia di Napoli, dove si registra un alto tasso di disoccupazione giovanile e nella minore incidenza di laureati che contribuiscono a porla al 103° posto nella classifica generale.

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