“Ritorno delle zone rosse? Dipende innanzitutto dalla durata della protezione indotta dal vaccino. Teoricamente per una persona che sta bene la durata è pari almeno a 10 mesi. Le persone anziane, invece, non rispondono al vaccino come una persona giovane, quindi probabilmente a ottobre-novembre potrebbero ridiventare vulnerabili”. Sono le parole pronunciate a “Otto e mezzo” (La7) da Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia dell’università di Padova, a proposito dell’ipotesi ventilata dal presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, sull’introduzione di zone rosse localizzate per impedire la diffusione della variante Delta.
Crisanti aggiunge: “Ho letto che ci si sta preparando per la terza dose e questa è una delle cose che stanno facendo bene. Anche se non è necessaria, investire quattrini per una terza dose è utile, perché così diminuisci il rischio”.

Su una eventuale recrudescenza del virus in autunno, il virologo specifica: “Non dipenderà da come si comportano gli italiani, ma dalle misure che il governo metterà in campo per contrastare l’epidemia, ovvero: il tracciamento, il sequenziamento e il controllo alle frontiere, che allo stato attuale non c’è, come dimostra la tratta Parigi-Londra. La battaglia contro un eventuale ritorno del virus si gioca sul piano politico e su quello dell’organizzazione sanitaria – continua – Purtroppo penso che non siamo pronti, perché l’Italia non è ancora attrezzata adeguatamente, ma agli italiani non si può imputare proprio nulla. Se il messaggio è “zona bianca in tutta Italia”, poi non ha senso dire continuamente ai cittadini di stare attenti. Non stanno mica all’asilo. Ed è giusto che dopo 16 mesi di sofferenze facciano quello che stanno facendo adesso”.

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