Errori nella comunicazione e anche nella campagna vaccinale. Silvio Garattini, farmacologo e presidente dell’Istituto Mario Negri, è critico anche sulla gestione italiana della pandemia e sulla campagna vaccinato. Lo scienziato, 92 anni di cui quasi 70 al servizio della scienza, in due interviste su La Repubblica e La Stampa, parla del caso Astrazeneca e della decisione di passare alla vaccinazione eterologa, somministrando agli under 60 un composto a Rna messaggero. “In una pandemia serve una voce unica e autorevole che rappresenti il parere della scienza”, magari uno “specialista di epidemie”. Anche perché “si sentono troppe voci che finiscono per spaventare la popolazione”. “Ci sono state troppe comunicazioni imprecise, suggerimenti, preferenze, raccomandazioni, e poche spiegazioni chiare del perché di tanti cambiamenti”.

Sui vaccini a vettore, come Astrazeneca e Janssen (Johnson&Johnson): “Si ha avuto paura di spaventare la popolazione e così sì è finito per farlo davvero. La verità è che si sono scoperte delle rarissime trombosi, ma non si sa bene perché si scatenino. Quando c’erano tanti morti la gente era più spaventata dal virus, mentre ora dubita sul da farsi. Non nascondiamo poi che ci sono grandi interessi economici che soffiano sul fuoco. Non tutti i vaccini costano uguali e dietro ci sono grandi investimenti”. Certo è che il composto sviluppato dai ricercatori dell’Università di Oxford ha subito anche gli errori di AstraZeneca: “Ha sbagliato sia nella sperimentazione sia nella comunicazione, però i suoi difetti sono stati enfatizzati”. E se è vero che i vaccini a Rna messaggero – Pfizer e Moderna – hanno un’efficacia più alta è anche vero che “AstraZeneca ha dimostrato sul campo nel Regno Unito di essere molto efficace”.

Quindi “se ce ne fossero abbastanza (di vaccini a Rna, ndr) sarebbe utile per riaccendere l’entusiasmo nelle persone e velocizzare la campagna. Sono favorevole anche alla vaccinazione eterologa, per cui c’è l’indicazione positiva di alcuni studi”. Anche se alcune regioni non sembrano volersi allineare – con il rifiuto della Campania e la Lombardia che ha anche oggi sospeso le secondi dosi – “è difficile obbligare a fare un richiamo diverso. Io dico di essere pragmatici: lasciamo ai cittadini la scelta della dose, proprio per aumentare la copertura vaccinale”. E sulla sicurezza del mix tra Astrazeneca e Pfizer “uno studio inglese e uno spagnolo indicano che dopo AstraZeneca si può fare un vaccino a Rna messaggero, ottenendo un buon risultato dal punto di vista della risposta anticorpale. A livello di sicurezza non c’è problema”. Sul caso di Camilla Canepa il professore dice: “Ancora una volta si è abdicato al criterio di età e di fragilità. È urgente tornarvi, dedicare a queste categorie gli open day, e intanto raccogliere più informazioni sui giovani”. Alla domande se le segnalazioni da investigatori di pericarditi nei giovani dopo i vaccini a mRna preoccupano il farmacologo risponde: “Sì, e se aspettassimo ne sapremmo di più, anche se sembrano rare e leggere”.

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