“Sta accadendo una cosa strana ma inevitabilmente attesa, perché la normativa che stabilisce i nuovi criteri per la zona bianca crea un ‘conflitto di disinteresse’ nei confronti del tracciamento, visto che per le Regioni trovare più casi significa il rischio di perdere la zona bianca”. Lo rivela ai microfoni de “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus) il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che spiega: “Questa normativa prevede che per 3 settimane consecutive bisogna avere un’incidenza inferiore ai 50 casi per 100mila abitanti. Ma c’è, appunto, un paradosso, perché trovare più casi rischia chiaramente di non conquistare o di perdere la zona bianca, motivo per cui abbiamo chiesto di inserire un correttivo che, da un lato, permetta alle Regioni di non perdere la zona bianca e, dall’altro, non le disincentivi alla ripresa del tracciamento. I numeri dei nuovi casi sono in netto calo. Per questo motivo si può e si deve riprendere il tracciamento”.

Cartabellotta sottolinea l’efficacia dei vaccini e si pronuncia sugli over 60 non ancora vaccinati: “Dopo 35 giorni abbiamo una riduzione dell’80% dell’infezione, del 90% per il rischio di ricovero e del 95% del rischio di decesso. Rispetto a questi dati, che vengono dal mondo reale e non dagli studi clinici, qualunque perplessità non ha ragione di esistere, soprattutto da parte di quella fascia di over 60, di cui un quarto non è ancora vaccinato. Dovrebbero tutti correre a vaccinarsi. A oggi abbiamo 2 milioni e 96mila persone della fascia 60-69 anni che non hanno ricevuto ancora una dose. È verosimile che siano persone dubbiose nei confronti del vaccino – chiosa – Non credo che non si prenotino perché hanno difficoltà di tipo informatico e non abbiano dei nipoti o familiari che li aiutino come successo per gli over 80. Sono ragionevolmente certo che la maggior parte di questi over 60 appartenga ai ‘ni-vax’, cioè persone con dubbi e perplessità. Per questa ragione, ribadisco che la strategia migliore sia quella della chiamata attiva, visto che il sistema della prenotazione volontaria non sta dando l’esito sperato”.

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