Un giovane di 20 anni è stato fermato nel Milanese con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di una 12enne. La denuncia è scattata il 4 maggio, quando una donna ha raggiunto i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Cassano d’Adda, nella città metropolitana di Milano, dichiarando che sua figlia aveva subito una violenza sessuale appena qualche settimana prima. Appresa la notizia, le forze dell’ordine, anche grazie all’aiuto di una psicoterapeuta hanno ascoltato la bambina. Dal suo racconto è venuto fuori che lo scorso 3 aprile è stata avvicinata da un ragazzo di origini peruviane conosciuto su Instagram, che l’ha condotta sul terrazzo di uno stabile del loro quartiere costringendola a subire un rapporto.

Stando a quanto lei stessa ha spiegato agli inquirenti, nei giorni seguenti all’aggressione il ventenne le ha inviato diversi messaggi in privato, nel chiaro intento impaurirla per non farle denunciare l’accaduto. Dalle conversazioni, poi, i militari hanno anche evidenziato una gelosia morbosa da parte del ragazzo nei confronti della minorenne. La situazione è degenerata ulteriormente quando, il 25 aprile, i due si sono incontrati nuovamente non lontano dal posto in cui il fatto era avvenuto la prima volta e, dopo averla afferrata per un braccio, il 20enne ha tentato di ripetere la violenza. Fortunatamente, in quella circostanza la dodicenne è riuscita a scappare e fare rientro a casa.

Così, nel giro di poche ore dalla denuncia, i carabinieri hanno raccolto quelli che definiscono “i gravi indizi di colpevolezza a carico del ventenne”, rintracciandolo in serata e procedendo al suo fermo. Subito dopo, i militari hanno proceduto con la perquisizione della sua abitazione, sequestrando gli abiti che avrebbe indossato durante la violenza. Al termine delle operazioni, l’uomo è stato portato al carcere “San Vittore” di Milano, e mercoledì 5 maggio si è svolta l’udienza di convalida del fermo, al termine della quale il giudice per le indagini preliminari ha disposto per l’uomo la custodia cautelare in carcere.

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