I lavoratori della FedEx-Tnt di Piacenza rappresentati dal sindacato Si Cobas sono entrati nella sede del Pd in via Sant’Andrea delle Fratte, nel centro storico di Roma. In 200, già in via Molise per una manifestazione prevista contro la chiusura dell’hub emiliano e la contestuale messa in cassa integrazione dei dipendenti FedEx-Tnt, si sono riversati nella sede centrale del Partito Democratico chiedendo di essere ricevuti dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, incontro poi ottenuto intorno alle 11.30.

“Siamo stanchi delle prese in giro del ministro del lavoro Orlando e del ministero dello Sviluppo economico, dai quali si attendono da tempo risposte concrete, a partire dalla riapertura immediata del sito FedEx di Piacenza”. I facchini della Fedex, ai quali si sono uniti anche i disoccupati del Movimento 7 novembre di Napoli e i lavoratori della manutenzione stradale della Campania, si sono poi spostati in corteo al ministero del Lavoro.

A Piacenza le proteste dei facchini vanno avanti da oltre un mese, da quando a fine marzo la Fedex ha annunciato la chiusura del polo logistico, spostando le merci nello stabilimento di Peschiera Borromeo. Quasi ogni giorno i lavoratori iscritti al Si Cobas organizzano sit-in contro i licenziamenti, bloccando i cancelli dei magazzini. Picchetti che spesso terminano con lo sgombero della polizia. “L’azienda – dice il sindacato – non è in crisi, ma i volumi vengono spostati in altri magazzini. Il lavoro ci sarebbe, ma c’è la volontà di aumentare la precarietà in questo mondo. Con la chiusura si lasciano a casa 300 persone”. Secondo il Si Cobas la decisione della multinazionale non è dettata da motivi economici ma ha lo scopo di “eliminare la manodopera più sindacalizzata dei propri magazzini”

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