Non sono una catastrofista ma quando sento dire “Nulla sarà più come prima” e sventagliano scenari apocalittici del dopo Covid me le fanno girare come trottole. Sono così emozionata per l’apertura del primo museo napoletano, il Mann, il secondo museo archeologico più importante al mondo, che capisco fischi per fiaschi. Alle 9 inaugurazione tanto attesa della mostra I Gladiatori. Bene ci sarò.

Mi presento con largo anticipo, mi dico, ci saranno ingressi contingentati. Trovo il monumentale portone sbarrato. Aspetto, forse, vogliono fare un’ouverture ad effetto, invece nulla. Mando un whatsapp alla responsabile della comunicazione: l’orario era fissato alle 9, ma del mattino del giorno dopo. Mi ero presentata con solo 12 ore di anticipo. Questo per capire un po’ lo stato d’animo generale degli onnivori della cultura dopo oltre un anno di digiuno.

Ore 9, puntuale come l’orologio a cucù, è proprio il direttore del Mann in carne e cultura, Paolo Giulierini, ad aprire il portone del museo. Gioioso e commosso, lo siamo un po’ tutti. Alcuni visitatori già in attesa dalle 8 del mattino di varcare quella soglia. Il piccolo Jacopo calamita subito le attenzioni: ha sette anni e dimostra una curiosità fagocitante che spazia dalle scienze all’arte alla zoologia.

Giulierini non si improvvisa solo usciere ma fa anche da chaperon illuminato. Non è il solo, ogni piccolo gruppetto ha la sua guida: Teresa insegna lettere, Anna è una farmacista sessantenne ed attende la pensione per dedicarsi alla sua passione per l’arte antica, Xie studia scenografia e viene dalla Cina. Storie di persone a confronto con la grande storia. I Gladiatori giganteggiano occupando tutto il palcoscenico che va dal Salone della Meridiana alla Sezione tecnologica Gladiatorimania realizzata con il contributo della Scuola Italiana Comix, eccellenza made in Sud, che fa capo a Mario Punzo. “Idoli delle folle, bramati dalle donne e protagonisti di storiche ribellioni, i gladiatori furono baciati da una fama che già alla loro epoca varcò i confini delle arene e che nel corso dei secoli si è ingigantita – spiega il direttore – I Gladiatori del nostro tempo sono certamente donne e uomini coraggiosi che si battono per portare al successo nobili missioni, primi tra tutti gli operatori sanitari in lotta contro Covid-19”.

Articolo Precedente

Un Dante radioattivo, apocalittico e rock alla Fondazione Alda Fendi conquista la Capitale

next
Articolo Successivo

Riparte pure l’AirBnB che è in buone mani. Fresca di nomina a brand ambassador, Luigia Gava ha le idee chiare su come far ripartire la “macchina”

next