Il prossimo 7 maggio si svolge un importante appuntamento europeo, in Italia, in coerenza con un marcato provincialismo, non se ne sa quasi nulla e né la politica, né il governo hanno dato segnali o hanno aperto alcun dibattito e neanche un accenno.

Il Primo Ministro portoghese, António Costa, e la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno invitato i capi di Stato e di governo dell’Ue, le istituzioni dell’Ue, le parti sociali, a un vertice sociale a Porto il prossimo 7 maggio 2021 organizzato dalla presidenza portoghese del Consiglio dell’Ue per il 7 maggio 2021.

Scopo del vertice a Porto è quello di presentare il Piano di Azione del Pilastro sociale europeo, approvato lo scorso 4 marzo, che si pone come obiettivo il rafforzamento dell’impostazione sociale dell’Unione Europea.

Si tratta, quindi, di un Piano d’azione che tende ad attuare i 20 punti del Pilastro sociale europeo approvato a Goteborg nel 2017. Il fatto che avvenga dopo che da oltre un anno l’Italia e il Paesi dell’Unione europea sono attraversati da una profonda crisi economica e sociale, che ha svelato i piedi di argilla delle politiche economiche liberiste adottate dall’Unione europea negli ultimi venti anni, dovrebbe far porre grande attenzione al vertice di Porto. A maggior ragione quando l’Italia e i Paesi europei sono alle prese con l’adozione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza.

I Pnrr infatti a partire dall’emergenza sanitaria o diventano effettivamente strutturali prevedendo azioni fondamentali inclusive e sostenibili o saranno una occasione epocale persa.

In tale contesto prevedere programmi strutturali che incidano sulla vita dei cittadini che si basino sui 20 princìpi del Pilastro sociale europeo è fondamentale e non a caso l’Europa è attraversata da una impegnativa discussione su questi temi. Dibattito, appunto, in vista del vertice di Porto, di fatto inesistente in Italia.

La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel presentare il vertice ha parlato di “segnale politico molto forte: l’Unione europea promuove una ripresa che mette al centro le persone e il loro benessere“.

Il Primo Ministro portoghese, António Costa, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di un impegno comune per rendere il Pilastro europeo dei diritti sociali una realtà. La dimensione sociale dell’Ue è assolutamente fondamentale per garantire che la doppia transizione di cui le nostre società hanno bisogno sia equa e inclusiva, senza lasciare indietro nessuno“.

Invito, per capire di cosa si sta parlando, a leggere i 20 princìpi del Pilastro sociale europeo che vedrà il suo Piano di azione attuativo finanziato.

In relazione al Piano di Azione del Pilastro sociale tra gli altri numerosi interventi segnalo: a) L’accesso ad alloggi a prezzi abbordabili costituisce una preoccupazione crescente in molti Stati membri, regioni e città. Il numero dei senzatetto è in aumento nella maggior parte degli Stati membri. Mentre le politiche volte a porre fine alla mancanza di una fissa dimora possono avere successo solo attraverso un approccio locale o regionale su misura, molti portatori di interessi hanno chiesto un impulso a livello europeo per porre fine a questo fenomeno in tutta l’Ue entro il 2030; b) Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà sono valori fondamentali del nostro stile di vita europeo. Sebbene i livelli di povertà siano diminuiti negli ultimi dieci anni (in attesa di conoscere gli effetti sul Covid, che in Italia ha visto un milione di persone in più in povertà assoluta), le disuguaglianze non hanno seguito la stessa tendenza. La situazione del reddito relativo dei più vulnerabili non è migliorata. La pandemia aggrava le disuguaglianze esistenti, indicando possibili lacune in termini di adeguatezza e copertura della protezione sociale. Per raggiungere l’obiettivo di ridurre di almeno 15 milioni il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale entro il 2030, è essenziale adottare un approccio integrato per rispondere alle esigenze in tutte le fasi della vita e affrontare le cause profonde della povertà e dell’esclusione sociale.

Due esempi, quelli sopra citati. Chissà Draghi cosa va a dire a Porto il prossimo 7 maggio, visto che in Italia né il Parlamento né le parti sociali sono state investiti da tale dibattito e da questo appuntamento e chissà se il Pnrr italiano terrà conto del Pilastro sociale europeo e dei suoi princìpi.

Per chi intende approfondire qui troverà il Piano d’Azione adottato dalla Commissione europea nella seduta del 4 marzo.

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