Visti i dati, “si prega di chiedere proroga zona rossa”, anzi no, scusate, “mero errore”, anzi no, era giusto. Tre note dall’Asp di Siracusa che nel giro di due giorni scatenano il caos. Perché i numeri dei contagi in Sicilia non smettono di riservare sorprese. Stavolta è il caso di Lentini, comune del Siracusano, in zona rossa da due settimane, da oggi in proroga per altre due secondo l’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci, che dopo lo scandalo dell’inchiesta di Trapani sui presunti numeri taroccati e le dimissioni del suo assessore, Ruggero Razza, ha acquisito l’interim della Sanità. E dall’inchiesta in poi altri numeri hanno scaldato il clima: poco dopo, infatti, la Sicilia ha comunicato 258 morti che non erano stati ancora conteggiati dal sistema nazionale. Dopo ancora è stata la volta dei dati di Palermo, dove l’Ufficio statistiche del Comune aveva numeri più alti di quelli forniti dal sistema regionale: un disallineamento che aveva portato ad un braccio di ferro tra Comune e Regione fino alla resa e alla dichiarazione di zona rossa per il capoluogo siciliano. Adesso è la volta di Lentini, dove da oggi la zona rossa è in proroga.

Una proroga che tuttavia dopo le tre note del direttore Ugo Mazzilli, direttore gruppo Covid dell’Asp di Siracusa, crea perlomeno qualche perplessità. “Siamo nelle mani dei pazzi”, tuona il sindaco Saverio Bosco, che annuncia: “Sto andando adesso a Palermo per avere i numeri direttamente dal presidente della Regione, poi andrò in procura”. E ne è certo: “I numeri che abbiamo noi non giustificano la proroga, hanno fatto un errore di conteggio, contando più volte numeri quotidiani andando a incidere sul dato settimanale”. Una reazione immancabile quella del sindaco di Lentini, provocata non da un “mero errore”, come lo definisce Mazzilli in una nota, ma da almeno due.

Il 27 aprile infatti il direttore del gruppo Covid di Siracusa ha inviato una nota al sindaco di Lentini invitandolo a chiedere la proroga: “Si comunica che nella città di Lentini l’andamento della curva epidemiologica, nonostante l’applicazione di maggiori misure restrittive, non tende ancora ad abbassarsi sotto la soglia dei 250 su 100mila abitanti. Considerato altresì che sono stati individuati numerosi altri focolai/cluster sempre riconducibili a ceppi-variante, con la presente s’invita la signoria vostra a chiedere al presidente della Regione la proroga della zona rossa”. Così scrive Mazzilli il 27, ma il 28 mattina rettifica: “Per mero errore del flusso comunicatomi dal data manager aziendale le ho trasmesso un tasso d’incidenza errato, ovvero di molto superiore a quello reale. Scusandomi personalmente per l’inconveniente, con la presente si invita a chiedere la revoca della proroga”. Lentini esce quindi dalla zona rossa? No, poco dopo, cioè nell’arco della stessa giornata, emerge un nuovo errore: erano i numeri di Carlentini e non di Lentini, quindi “si prega di chiedere la proroga della zona rossa”.

La proroga, la revoca della proroga, anzi no, la proroga. Un’altalena di numeri ed errori che crea perlomeno qualche perplessità e che inevitabilmente fa eco all’inchiesta di Trapani che ha svelato come i numeri dei contagi fossero alterati. Un’ipotesi, quella della procura trapanese, adesso nelle mani dei magistrati palermitani, che ha fatto una nuova ordinanza mantenendo indagato l’ex assessore alla Salute Ruggero Razza. Se il falso sul numero di morti non è più contestato dalla procura di Palermo, restano però in piedi diverse contestazioni sul numero dei contagi. E i tempi, ora che l’indagine è stata trasferita nel capoluogo siciliano, non sembrano andare incontro alle speranze di Musumeci, che ha acquisito l’interim alla Sanità, nella speranza che entro l’estate la posizione di Razza si alleggerisca. Ma mentre l’attesa si allunga, le speranze si assottigliano e gli errori si accumulano. Anche se dalla Regione sono certi: “Ogni ordinanza segue delle dinamiche tanto routinarie quanto certosine, alla firma si arriva con una relazione dettagliata. Alla Regione non resta che una presa d’atto, un atto formale”.

Per Musumeci, dunque, non ci sono dubbi, Lentini resta rossa, ma la credibilità dei numeri forniti in Sicilia è ai minimi termini: “Un’ignoranza aritmetica che fa paura – sottolinea il sindaco Bosco – Dietro i numeri ci sono persone che non possono alzare saracinesche, non si può scherzare, questa è una delle città più povere del Siracusano, e mi mandano una nota di scuse? Questa è la Regione che spalma i numeri: a che grado di impazzimento ci stanno portando?”. Ma Mazzilli nell’ultima nota sdrammatizza: “È ovvio che in tempi come quelli che stiamo attraversando si possono commettere errori, per cui le rinnovo le mie scuse per l’equivoco e le trasmetterò definitivamente il dato corretto”. E Bosco apre le braccia: “In tutti i tempi si possono fare errori, questo però sono tempi in cui anche il minimo errore ha una ricaduta sulle persone pesantissima: un danno di migliaia di euro che va ad inasprire una crisi economica molto seria e una tensione sociale alle stelle”.

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