L’uso dei sistemi di identificazione biometrica, come il riconoscimento facciale, negli spazi pubblici “è vietato in linea di principio”. Le eccezioni ammesse riguardano la lotta contro il terrorismo, la tutela della sicurezza o le ricerche di un minore scomparso. E’ quanto si legge nella proposta di legge sull’intelligenza artificiale presentata dalla Commissione Ue. “Tutti i sistemi di identificazione biometrica sono considerati ad alto rischio e soggetti a severi requisiti”, sottolinea l’esecutivo Ue, specificando che, in caso di deroga, l’utilizzo “è subordinato all’autorizzazione di un organo giudiziario o indipendente e ad opportuni limiti di tempo e spazio”. Sono previste appunto limitate eccezioni, che vengono strettamente regolate, per esempio per la ricerca di bambini scomparsi, per prevenire una minaccia terroristica “specifica ed imminente”, o per localizzare o identificare o perseguire un sospetto autore di un reato grave.

Le nuove regole sull’intelligenza artificiale saranno applicate direttamente in tutti gli Stati membri e seguono un approccio basato sul rischio. I sistemi di intelligenza artificiale (AI) che comportano “rischi inaccettabili”, che costituiscono in altre parole una “chiara minaccia” per la vita e alla sicurezza delle persone, verranno vietati. Tra questi figurano sistemi e applicazioni di Ai che manipolano il comportamento umano, come ad esempio i giochi che utilizzano l’assistenza vocale incoraggiando comportamenti rischiosi da parte di minori e sistemi che permettono ai governi di effettuare classificazioni nella società (‘social scoring’ in gergo). Sotto i sistemi a rischio inaccettabile ci sono quelli a rischio elevato, che includono le tecnologie di AI utilizzate in infrastrutture critiche come i trasporti, che possono mettere a rischio la vita e la salute dei cittadini; i sistemi di formazione, che potrebbero determinare l’accesso all’educazione e il percorso professionale delle persone, come i sistemi che valutano gli esami.

“Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, la fiducia non è facoltativa, è indispensabile”, ha commentato la commissaria europea per l’agenda digitale Margrethe Vestager. “Queste regole rappresentano una svolta, che consentirà all’Ue di guidare lo sviluppo di nuove norme globali per garantire che l’IA possa essere considerata affidabile. Definendo le norme possiamo spianare la strada a una tecnologia etica in tutto il mondo e garantire che l’Ue rimanga competitiva. Le nostre regole saranno adeguate alle esigenze future e favorevoli all’innovazione e interverranno ove strettamente necessario: quando sono in gioco la sicurezza e i diritti fondamentali dei cittadini dell’Ue”, ha aggiunto la commissaria.

Solo una settimana fa, il Garante della privacy in Italia si è espresso contro l’utilizzo da parte del ministero dell’Interno del sistema di riconoscimento facciale Sari Real Time per identificare i soggetti ricercati dalle forze di polizia grazie a telecamere installate in luoghi-chiave di una determinata area geografica. Intanto, come annunciato dal promotore Filippo Sensi, la proposta di legge che chiede una moratoria per questo tipo di tecnologie è stata assegnata alla commissione Affari Costituzionali di Montecitorio.

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