Lavori fermi in attesa di un eventuale aumento dei fondi con cui finanziare le modifiche proposte dai parlamentari. A partire dalla proroga dell’esonero dal pagamento della tassa per l’occupazione di suolo pubblico, passando per il prolungamento delle moratorie sui prestiti. Il decreto Sostegni, depositato in Senato il 22 marzo, è al palo nelle commissioni Bilancio e Finanze. Lunedì alle 12 è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti: 2.800 quelli depositati. Ma la scelta e l’esame di quelli “segnalati” sono rinviati per capire se dal governo arriverà il via libera a raddoppiare la dote – attualmente 550 milioni – a disposizione di Palazzo Madama per i correttivi, utilizzando una parte del nuovo scostamento di bilancio da 40 miliardi (la Camera lo voterà giovedì).

Il voto sugli emendamenti al decreto inizierà dunque solo a fine aprile, dopo l’approvazione del decreto Sostegni 2 che potrebbe approdare in cdm venerdì e in cui il governo nel Def ha annunciato di voler inserire per la prima volta aiuti per la copertura dei costi fissi come chiesto dalle categorie. Che continuano a protestare in diverse città. In ballo si sono la riedizione del credito di imposta sugli affitti commerciali, l’allungamento della durata dei prestiti garantiti, l’aumento dei fondi ai Comuni per concedere sconti sulla Tari alle attività rimaste chiuse più a lungo, l’alleggerimento delle bollette e lo stop dell’Imu per le strutture alberghiere, la ristorazione e le attività legate al turismo.

Secondo Il Sole 24 Ore il governo “non intende cedere” e non concederà fondi aggiuntivi a valere sul nuovo scostamento. Ma la maggioranza ritiene i 550 milioni a disposizione insufficienti e vorrebbe dare un segnale, una sorta di anticipo della copertura dei costi fissi in arrivo con il successivo decreto. Se anche l’idea si concretizzasse, però, l’intervento sarebbe operativo solo da fine maggio visto che la conversione è attesa entro il 21. Sarebbe tardi, visto che a quel punto sarà già in vigore il Sostegni 2.

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