Carlo Orlandini aveva 16 anni quando, durante un campeggio, un militare tedesco delle SS si vantò delle crudeltà commesse nel ghetto di Varsavia. E lui decise in quel momento di diventare partigiano. Michele Montagano era un ufficiale dell’esercito che dopo l’8 settembre si rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale, il governo fantoccio collaborazionista del Führer del nazismo Adolf Hitler: fu trasferito in 8 campi di concentramento diversi. Angelica e Paola Villa, gemelle classe 1927 di Vimercate, facevano le staffette e avevano 16 anni. E poi i volti noti, come Bruno Segre, Mario Fiorentini, Lidia Menapace, Angelo Del Boca, Laura Wronowski. Quello che ilfattoquotidiano.it offre ai lettori è una versione estesa di un montaggio di alcune delle testimonianze video che si possono trovare su noipartigiani.it, il Memoriale della Resistenza, attivo da ieri, frutto del lavoro coordinato da Laura Gnocchi e Gad Lerner.

“Le centinaia di volti di partigiane e partigiani che compongono le tessere del mosaico di questo Memoriale della Resistenza italiana – spiegano Gnocchi e Lerner sul portale – rappresentano un insieme di storie di vita raccontate in tarda età dai diretti interessati, allora giovanissimi. Ciascuno di loro, nella grande varietà delle estrazioni sociali e degli orientamenti culturali, testimonia una scelta di libertà compiuta rivoltandosi contro il regime fascista e l’invasore tedesco”. La ricerca cominciò nel 2019, prima della pandemia che, ricordano Gnocchi e Lerner, ha falcidiato questa generazione, “portatrice di un prezioso deposito di memorie e di insegnamenti” ma “è ancora in divenire”. “L’obiettivo – dicono – è di raccogliere qui il massimo numero di testimonianze dei protagonisti della Resistenza, comprese le molte rilasciate in precedenza e disseminate in vari archivi. Chiunque abbia dato il suo contributo, piccolo o grande, alla lotta di Liberazione nei venti terribili mesi che vanno dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, merita di essere ricordato con riconoscenza da chi ha avuto la fortuna di nascere in un Paese che trova nella Costituzione repubblicana, per sua natura antifascista, le basi della convivenza democratica. Come tale viene messo a disposizione di tutta la cittadinanza, dei ricercatori storici, ma in special modo dei giovani chiamati a confrontarsi con le scelte di chi, alla loro età, seppe fare la cosa giusta”.

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