Frenano i contagi, ma sono ancora più di 200 i pazienti che ogni giorno entrano in terapia intensiva. Nella settimana tra il 7 e 13 aprile, si é osservata infatti una riduzione del 15,4% dei nuovi casi, un aumento dei decessi del 7,5% rispetto a quella precedente e solo un inizio di alleggerimento del carico per gli ospedali. Lo segnala la Fondazione Gimbe nel suo ultimo monitoraggio settimanale. Sul fronte delle vaccinazioni, invece, manca ancora all’appello un over 80 su 4 e le somministrazioni per la fascia 70-79 sono di fatto “ai nastri di partenza”.

“Se in vista della stagione estiva – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – la priorità del Paese è rappresentata dalle progressive riaperture per rilanciare l’economia e placare le tensioni sociali”, allora è importante tenere a mente che il ritorno alle zone gialle “determinerà inevitabilmente una risalita della curva epidemica, anche se mitigata dalla ridotta probabilità di contagio all’aperto per l’aumento delle temperature“. Inoltre, “in tempi brevi non esiste alcuna possibilità di ridurre i contagi a 50 per 100mila abitanti al fine di riprendere il tracciamento, attività peraltro mai potenziata dalle Regioni”. Infine, “la progressione della campagna vaccinale permetterà di mettere in sicurezza, auspicabilmente prima dell’estate, over 70 e fragili con notevole impatto su ospedalizzazioni e decessi, ma non sulla circolazione del virus che richiederà di mantenere tutte le misure individuali”. Ecco perché “è fondamentale inserire tra i parametri per le riaperture specifici target di copertura vaccinale per le categorie a rischio”.

Restando fronte delle vaccinazioni, al 14 aprile hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 4.055.458 milioni di persone (6,8% della popolazione). Tra gli over 80 il 43,9% ha completato il ciclo vaccinale e il 32% ha ricevuto solo la prima dose. Per la fascia 70-79 le somministrazioni sono invece ancora ai nastri di partenza: degli oltre 5,9 milioni, 180.164 (3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.395.527 (23,4%) hanno ricevuto solo la prima dose. Anche se il numero di somministrazioni in alcun i giorni ha superato quota 300mila, su base settimanale non si va oltre le 1,9 milioni di dosi, numero ben lontano dall’obiettivo fissato da Figliuolo (3,5 milioni/settimana).

“Per il secondo trimestre – commenta Cartabellotta – l’Italia dispone sulla carta di un ‘portafoglio’ di oltre 52 milioni di dosi di vaccini a cui si aggiungeranno 6,7 milioni di dosi di Pfizer/BioNTech che saranno consegnate in anticipo. Ma per raggiungere l’ambizioso obiettivo di 500mila vaccinazioni al giorno è necessaria una fornitura regolare da parte di tutte le aziende per garantire 3,5 milioni di dosi a settimana, un risultato condizionato da varie criticità”, che riguardano i ritardi nelle consegne di AstraZeneca, il rinvio di Johnson&Johnson e l’autorizzazione per Curevac che arriverà solo a fine giugno.

“I nuovi casi e la loro variazione percentuale continuano a scendere – evidenzia Cartabellotta – ma con un bacino di 520mila casi attualmente positivi è impossibile riprendere il tracciamento dei contatti”. “Sul fronte ospedaliero – aggiunge Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe – le curve dei ricoveri con sintomi e delle terapie intensive hanno iniziato una discesa lenta e irregolare. Ma i numeri assoluti restano elevati e in molte Regioni gli ospedali sono ancora in affanno”. Infatti, a livello nazionale l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva (39%) e area medica (41%) è ancora superiore alle soglie di allerta (rispettivamente 30% e 40%). “Si conferma il calo dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – segnala Marco Mosti, direttore operativo Gimbe – ma ogni giorno la media degli ingressi supera i 200“.

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