La Lombardia che apre ai 70enni perché nella fascia più anziana della popolazione l’adesione è inferiore al previsto. L’hub di Potenza nel quale si registra una percentuale di defezioni molto alta, un fenomeno simile a quello registrato dalla Asl di Caserta. Messina e Palermo dove serpeggia diffidenza e in molti chiedono informazioni o si presentano con documentazione medica per tentare di “schivare” la somministrazione di AstraZeneca. Il giorno seguente il pronunciamento di Ema sulla correlazione tra il farmaco anti-Covid anglo-svedese e i casi rari di trombosi, seguito dall’inoculazione in via “preferenziale” agli over 60 di cui ha parlato Franco Locatelli, iniziano a vedersi gli effetti del caos ingenerato attorno al vaccino.

“Apriamo ai 70enni perché l’adesione della fascia tra i 75 e i 79 anni, dopo un primo giorno molto promettente, è inferiore al previsto. E la causa è AstraZeneca”. Lo ha detto il direttore generale al Welfare di Regione Lombardia, Giovanni Pavesi. “Se un 80enne rifiuta un vaccino AstraZeneca non sappiamo nemmeno noi come comportarci. È un problema. Ci stiamo pensando, per ora lo mettiamo in coda” ha aggiunto. “Sono preoccupato per i prossimi giorni in cui chiudiamo gli over 80 e iniziamo i disabili e domiciliari – ha detto – Il rischio di qualche scivolone c’è, ma poi si aprirà la partita più agevole delle fasce anagrafiche”.

Dati certi non sembrano essere disponibili, ma il tasso di rinuncia al vaccino anti-Covid di AstraZeneca in Lombardia, a quanto si apprende da fonti regionali, si aggirerebbe intorno al 15%. Le stime su Milano confermano: “Se i no riguardavano fra il 7 e il 10% dei prenotati prima dello stop temporaneo alle somministrazioni”, disposto a livello nazionale in attesa delle conclusioni del 18 marzo del comitato di farmacovigilanza dell’Agenzia europea del farmaco sulle trombosi rare segnalate dopo la vaccinazione, “alla ripartenza delle somministrazioni dopo il blocco le rinunce sono salite al 15-20%. Si tratta di stime a grandi linee”, spiegano fonti sanitarie del capoluogo regionale. Ma è tutto da vedere cosa succederà adesso, se la percentuale di chi non fa il vaccino salirà ancora dopo gli ultimi sviluppi di mercoledì, in particolare sulle seconde dosi, sottolineano gli esperti.

Di “moltissime rinunce” parla anche il direttore dell’Asl di Caserta Ferdinando Russo, in un territorio in cui si procede con circa 4mila somministrazioni giornaliere con due nuovi hub in realizzazione a Teano e Calvi Risorta. Oltre 160mila le dosi già somministrate, ma con un rallentamento che, già dopo la sospensione del vaccino il mese scorso, si attestava sul 30%. Ancora più alte le percentuali di defezioni registrate a Potenza, con il 40 per cento dei prenotati che non si è presentato nella tensostruttura allestita: circa 250 persone su un totale di 620 hanno mancato l’appuntamento, si tratta prevalentemente di personale scolastico di vari Comuni della provincia e agenti dei comandi di Polizia locale. Finora, secondo quanto riferito da fonti dell’Azienda sanitaria della provincia di Potenza, non c’era stato un calo così netto e soltanto in concomitanza con il precedente blocco di Astrazeneca c’erano stati maggiori titubanze per la somministrazione del vaccino della società anglo svedese.

Preoccupazione anche in Sicilia, tra Messina e Palermo. “Sono tanti i cittadini che devono fare il vaccino AstraZeneca ma che arrivano all’hub con fascicoli pieni di documentazione medica da cui emergono diverse patologie. Ad esempio, gente che dice di soffrire di choc anafilattici. A quel punto, il medico non è nelle condizioni di potere fare il vaccino e questo ci mette in difficoltà”, ha spiegato Alberto Firenze, responsabile dell’hub vaccinale di Messina all’indomani della conferenza stampa dell’Ema che non esclude correlazioni tra il vaccino e rare trombosi. Non solo: secondo Firenze, si presentano anche “meno persone rispetto a quelle prenotate”. Ma non è in grado di indicare un numero esatto: “Ci sono delle defezioni, senza dubbio – spiega – Ora aspettiamo di capire cosa fare con gli over 60. Per aprire la fascia di quella età”.

Perplessità, ma nessun crollo invece viene segnalato a Palermo. Renato Costa, commissario per l’emergenza Covid a Palermo e responsabile dell’hub vaccina della Fiera del Mediterraneo, ha spiegato però di aver “notato che la gente ha voglia di sapere”. Le persone “fanno tantissime domande ai medici vaccinatori. Ed è giusto che sia così”. “Poi in base all’anamnesi, è il medico che decide quale vaccino inoculare al paziente, se AstraZeneca o Pfizer o Moderna – ha aggiunto – Ma non abbiamo avuto per fortuna delle defezioni”. In Toscana a causa della mancanza di dosi di AstraZeneca si sono fermate le somministrazioni in tutti gli hub, a eccezione di quello di Arezzo: le ultima dosi, quelle prenotate l’1 aprile, e poi rinviate per il ritardo nella consegna, sono state somministrate mercoledì.

Percentuali sui rifiuti arrivano anche da Sardegna, dove come spiega l’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu, si attesta fra il 40% e il 50% la defezione sulle vaccinazioni con AstraZeneca: “Dopo le ultime vicende abbiamo registrato ulteriori defezioni dopo quelle dei giorni scorsi. Troppe. Cito due esempi significativi: in un centro sono venuti meno 450 prenotati su 800 e in un altro oltre 300 su 600, e l’andamento è questo in tutta la Sardegna”. Per attenuare i contraccolpi che questa situazione comporta, Nieddu spiega che sarà elevato il numero di convocazioni “di scorta”, l’overbooking già utilizzato dalla Regione per essere sicuri di inoculare tutte le dosi disponibili. “Convocheremo ancora più gente da vaccinare in caso di defezioni. In ogni caso, d’ora in poi AstraZeneca sarà inoculato solo agli over 60 come da prescrizione ministeriale”.

L’hub di Arezzo fa eccezione perché aveva spostato ad oggi, per problemi logistici, alcuni appuntamenti dei giorni scorsi. La prossima consegna di dosi AstraZeneca è attesa dopo il 14 aprile, ma “non sappiamo niente né sui tempi, né sulle quantità”, spiega Andrea Belardinelli, responsabile Sanità digitale e innovazione di Regione. “In un giorno qualunque, in cui le prenotazioni sono tutte chiuse – aggiunge Belardinelli – il portale regionale per la vaccinazione raccoglie oltre un milione di click. Il flusso inizia a crescere dalle 6 della mattina fino alla sera con circa 4mila visite al minuto. Il 60% proviene dal cellulare. Questo fa capire la fame di vaccino che c’è in Toscana”.

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