Difficile dire se si tratti di una mossa di disturbo o di qualcosa di più concreto. Certo è che, per la seconda volta nel giro di un mese, Florentino Perez, presidente del gruppo spagnolo di infrastrutture Acs (nonché del Real Madrid) lancia un segnale ad Atlantia, la holding al 30% dei Benetton che ha in mano l’88% di Autostrade per l’Italia. In un incontro con gli analisti finanziari ha affermato che “ci metteremo intorno ad un tavolo con i nostri soci di Abertis (gruppo controllato al 50% più un’azione dalla stessa Atlantia, ndr) per studiare la possibilità di formare un grande gruppo autostradale europeo”.

Acs sta vendendo la sua divisione industriale Cobra alla francese Vinci, entro fine anno entreranno nelle casse del gruppo quasi 5 miliardi di euro che la società intende utilizzare per nuovi investimenti. L’uscita di Perez arriva nel momento in cui Atlantia sta valutando l’offerta definitiva della cordata composta da Cassa depositi e prestiti, Blackstone e Macquaire per la sua partecipazione in Aspi. La proposta ha mantenuto la valutazione del 100% di Aspi di 9,1 miliardi di euro ma ha ridimensionato le garanzie: la cifra iniziale di 1,5 miliardi sarebbe stata ridotta ad un valore intorno agli 800 milioni.

Per conoscere la decisione finale bisognerà aspettare ancora almeno un mese e mezzo, cioè il voto dell’assemblea dei soci, ma una prima valutazione potrebbe uscire già dal consiglio di amministrazione di Atlantia di questa settimana. Intanto il ministro delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, secondo notizie di stampa, ha inviato una missiva ad Atlantia sul dossier Aspi, invitando la societàa rispettare l’accordo preso col governo precedente e che prevede il passaggio di Aspi in mano pubblica con la vendita a Cdp.

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