E’ stato condannato a 7 anni e 2 mesi di carcere Aldo Maria Romboli, 41 anni, ritenuto responsabile della morte di Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi, due ragazzi di 15 e 16 anni avvenuta nella notte tra il 6 e il 7 luglio scorso. Fu Romboli, secondo il tribunale di Terni, a vendere ai due giovani il metadone che provocò il malore che portò al decesso dei due adolescenti, che furono trovati senza vita nei rispettivi appartamenti dai familiari. Il processo di primo grado si è concluso con il rito abbreviato e quindi Romboli ha beneficiato dello sconto di pena di un terzo. La giudice per l’udienza preliminare Simona Tordelli ha deciso per una pena più bassa rispetto a quanto chiesto dal pm Raffaele Pesiri (18 anni, ridotta a 12 per la scelta del rito). L’imputato doveva rispondere morte come conseguenza di altro delitto e spaccio di stupefacenti (per un altro episodio di vendita di stupefacenti sempre ai due giovani). Ora si trova agli arresti domiciliari in una comunità.

Non è soddisfatto l’avvocato della madre di Flavio, Fabio Massimo Guaitoli: “Io che assisto una mamma che ha perso un figlio di 15 anni, in 43 di lavoro nella giustizia non avevo mai sentito una cosa simile e speravo di non sentirla. E’ assurdo”. Il legale contesta in particolare “la concessione delle attenuanti generiche, che ai fini del trattamento sanzionatorio per il giudice hanno lo stesso valore delle aggravanti”. “La giustizia ha altri gradi di giudizio – ha continuato l’avvocato Guaitoli -, non è una malattia incurabile e quindi cercheremo di curarla. Mi auguro che la Procura appelli. Sembravano pochi anche i 12 anni che aveva chiesto. Ma sette anni non si può sentire”. “Non sono uso commentare sia in negativo che in positivo la sentenza e così farò” si è limitato a dire all’uscita dal tribunale il difensore di Romboli, l’avvocato Massimo Carignani.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l’uomo reperiva la droga al Sert a cui aveva accesso in quanto soggetto seguito come tossicodipendente. Vendette il metadone ai giovani al prezzo di 15 euro. I due assunsero il metadone nell’intervallo di tempo tra una partita di calcetto e il rientro a casa. Un aiuto per le indagini in quei giorni era arrivato dagli amici delle vittime, così come spiegato dal procuratore della Repubblica di Terni, Alberto Liguori “ci hanno dato una grande mano indirizzandoci e restringendo il campo di azione. Ci hanno condotto verso il sospettato. Cosa grave – aggiunse – è il fenomeno della dimestichezza che hanno con il mondo della droga“.

Giusto nei giorni scorsi il procuratore Liguori, in audizione alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza della Camera aveva avvertito che l’allarme suscitato dalla storia di Terni aveva già lasciato spazio all’indifferenza. “Sulla morte di Flavio e Gianluca, dopo le fiaccolate e le paginate di giornale, è calato il sipario – ha detto a Montecitorio, secondo il resoconto del Messaggero – ma intanto riprendono gli arresti per spaccio di droga. Nell’ultimo triennio ogni anno 200 pusher sono finiti in cella per spaccio. Intanto riprendono i morti per overdose. Come la giovanissima Maria Chiara di Amelia, che va in overdose il giorno in cui compie i suoi 18 anni, quando il compagno le inietta l’eroina che, con un mix di alcol e sostanze, la porterà al decesso. Intanto un ragazzo ternano, che ha assunto la droga dello stupro, viene lasciato sul marciapiede ed è salvo solo grazie al netturbino che ha chiamato l’ambulanza. Chi gli ha ceduto la sostanza patteggia e poi viene arrestato di nuovo con la stessa droga nascosta nella sua auto”.

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