L’enfant prodige della destra siciliana, lo definivano. Qualcun altro lo innalzava, addirittura, a una sorta di cardinale Richelieu in salsa siciliana: l’uomo ombra dei movimenti politici del governatore, Nello Musumeci. Di certo, Ruggero Razza, penalista catanese di 41 anni, figlio di un generale dei carabinieri in pensione, di Musumeci è il pupillo. E senza dubbio per la presidenza della Regione l’inchiesta di Trapani e le conseguenti dimissioni dell’assessore alla Sanità sono un durissimo colpo. È Razza, infatti, che teneva le redini dello scacchiere politico del governo e del presidente, di cui probabilmente avrebbe raccolto l’eredità. Così almeno raccontano nei corridoi di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana.

Militante di Azione Giovani, poi fondatore di Alleanza siciliana, è stato, nel 2012, prima assessore e poi vicepresidente della Provincia di Catania, prima di venire folgorato sulla via del futuro governatore. È stato Razza a formare le liste elettorali di Diventerà bellissima, il movimento che avrebbe portato Musumeci a Palazzo d’Orleans. Ed è stato lui a convincere il presidente ad uscire dall’isolamento in cui aveva convinato il suo movimento, e aprire un dialogo con Matteo Salvini. Non a caso il presidente della Regione, che ha convocato una giunta nel pomeriggio e riferirà all’Ars, si è affrettato a difendere il suo assessore: “Ho fiducia in lui”. D’altra parte al fianco di Musumeci c’era proprio Razza quando, il 25 aprile del 2019, incontrò il leader della Lega, all’epoca ministro dell’Interno, arrivato a Palermo per il giorno della Liberazione. Convinto sostenitore di un accordo con la Lega per aprire a Diventerà bellissima prospettive nazionali, ha spinto lui Musumeci a muoversi sul solco tracciato da Raffaele Lombardo, ed andare incontro al Carroccio. Accordo al quale ancora stava lavorando nelle ultime settimane.


Nei corridoi di Palazzo qualcuno lo definisce anche divisivo. E non a caso. È considerato il fautore di due gruppi parlamentari, il primo Ora Sicilia, con Luigi Genovese, figlio del più noto Francantonio, che doveva fungere da stampella al governo ma ha avuto vita breve. L’altro colpendo al cuore il M5s. A breve diventerà papà, grazie all’unione con un’ex consigliera dei Cinquestelle, Elena Pagana, che con altri quattro è uscita dal Movimento, creando un nuovo gruppo in seno all’Ars, Attiva Sicilia. Gruppo che Razza stava cercando di avvicinare al governo. Definito “rigoroso”, “poco goliardico”, è stato apprezzato finora per la capacità di parlare con tutti. Ma il ruolo ombra che si era ritagliato non piaceva agli alleati: “Si sente più furbo degli altri”, si fanno sfuggire nel centrodestra. Di certo, ha già attraversato altri momenti di crisi, come quello dello scorso autunno quando furono resi pubblici i messaggi vocali di un suo dirigente che incalzava i dirigenti Asp a “caricare i posti letto”. Già allora qualcuno, come il sindacato dei medici Cimo, aveva accusato il governo regionale di alterare i dati. Tutto assolutamente negato dal giovane delfino di Musumeci che sembrava lanciato verso una carriera politica di lungo corso. Orizzonte ancora non scongiurato, per carità, ma che oggi, di certo, un po’ meno folgorante.

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