Questo è solo il primo passo. Amazon torni a sedersi ai tavoli con il sindacato”. Lo dicono i lavoratori e i sindacalisti che oggi hanno manifestato di fronte allo stabilimento Amazon di Castel San Giovanni, nel Piacentino, per lo sciopero nazionale di tutta la filiera. Qui nel 2017 ci furono le prime proteste in Italia contro il colosso americano che portò ad uno dei primi accordi in Italia. “Oggi ci lavorano circa tremila persone – spiega Marco Alquati, segretario della Fisascat Cisl di Parma e Piacenza – 1650 con contratti a tempo indeterminato, mentre gli altri variano a seconda dei picchi e sono lavoratori somministrati con contratti a termine”. Della durata variabile, mentre la cosa che non cambia sono i ritmi di lavoro. “Camminiamo per otto ore facendo anche 30 chilometri– racconta Beatrice che lavora dentro lo stabilimento – in più facciamo continui piegamenti per recuperare gli articoli nei piani inferiori”. Difficoltà condivise anche dai driver che lavorano per le aziende subappaltate e che oggi per la prima volta sono scesi in piazza in tutta Italia insieme ai magazzinieri. “Tutti i dipendenti che lavorano della filiera – conclude Elisa Barbieri della Filcams Cgil di Piacenza -devono avere pari condizioni di lavoro

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