Un pallavolista di Lido di Camaiore entrato in Campidoglio come “esperto di marketing” e divenuto “ingegnere” grazie a una laurea triennale ottenuta presso un’università telematica. Cosa che nel giro di quattro anni gli ha consentito di raddoppiare lo stipendio: dai 45mila euro annui del 2017 ai 90mila di pochi giorni fa. C’è un altro caso legato allo staff dell’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, che scuote il Campidoglio, dopo le dimissioni di Silvia Di Manno, compagna di Lemmetti, assunta presso la segreteria di un altro assessore, Luca Montuori, all’insaputa della sindaca Virginia Raggi. Francesco Figliomeni, consigliere capitolino di Fratelli d’Italia che aveva fatto scoppiare la “bomba” Di Manno, ha presentato un’altra interrogazione in cui stavolta tira in ballo i titoli di studio di Cristiano Battaglini, altro componente della colonia livornese in Campidoglio voluta da Lemmetti.

L’imprenditore di Camaiore diventato “ingegnere” – Battaglini, sportivo ed ex imprenditore del settore turistico, era stato assunto nel 2017 con incarico di collaborazione ex articolo 90 a 41.237,16 euro, derivante dall’inquadramento nella posizione economica C1, derivante dal suo titolo di studio, un diploma di istituto tecnico e la non iscrizione presso ordini professionali. Il primo salto di qualità nella carriera del consulente arriva a settembre 2019, quando gli viene rinnovato il contratto, equiparato a quello di un dirigente, con stipendio che sale fino a quota 55.461,96. Il balzo arriva grazie alla laurea triennale in ingegneria che il 47enne ha ottenuto attraverso un’università telematica. Di pochi giorni fa, infine, la delibera che promuove Battaglini fino al ruolo di capo staff, e che lo porta a superare i 90.000 euro di stipendio annui (pur mancando pochi mesi alla conclusione della legislatura). Ma, nota Figliomeni, “attendiamo di sapere se il titolo di ingegnere, riportato anche in delibera, è veritiero o meno”. Il consigliere, alla sua interrogazione, ha allegato un documento del Consiglio nazionale degli ingegneri che spiega come coloro che “non sono iscritti all’albo non possono fregiarsi del titolo (professionale) di ingegnere”, ma solo di quello accademico di “dottore”.

Il caso Fruci e il marito “per fiction” – Sembra essere rientrato, invece, il caso di Lorenza Fruci, assessora alla Cultura (ed ex compagna di scuola di Virginia Raggi) che stava per nominare nel suo staff Massimiliano Capo, noto nell’ambiente culturale romano per il suo ruolo di direttore artistico di Medioera, festival di cultura digitale e innovazione. Nomina poi saltata sul nascere. Fruci e Capo sono molto amici e qualche tempo fa avevano inscenato sui social un finto matrimonio, con tanto di invitati, book fotografici e caste effusioni. Una performance, spiega chi li conosce, non un legame reale, che in questo caso avrebbe ostacolato qualsiasi tipo di rapporto lavorativo, come disposto dal regolamento comunale e dal Tuel (Testo unico enti locali). “Io e Massimiliano capo non siamo legati da nessuna parentela, in passato abbiamo collaborato in progetti di comunicazione, fotografia, arte, performance e web, linguaggi che il giornalismo dovrebbe saper interpretare e decodificare, evidenziando la differenza tra fiction e realtà”, si legge in una nota che Fruci ha inviato alla redazione della cronaca di Roma di Repubblica, che ha replicato chiedendo “perché Capo fosse già nella chat dei capistaff prima che la nomina venisse congelata”.

“Raggi riferisca in Aula”: fuoco amico sulla sindaca – A chiedere conto delle recenti nomine di Giunta non solo Fratelli d’Italia e Partito Democratico, ma anche la cosiddetta “fronda” de “Il piano di Roma”, il gruppo di consiglieri che, pur restando nel M5s, si sono opposti alla ricandidatura della sindaca Raggi. “Ci aspettiamo qualcosa di più rispetto ad annunci di revoche e giustificazioni legate ad assenze. Il sindaco ha la responsabilità di tutte le decisioni assunte dalla giunta composta da assessori di sua fiducia pertanto non comprendiamo come le ultime nomine possano essere state deliberate a sua insaputa”, spiega il gruppo di consiglieri, di cui fa parte anche Enrico Stefano, la cui moglie Veronica Mammì e assessora alla Scuola proprio nella giunta Raggi.

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