Avete vinto la lotteria degli scontrini e volete comprarvi una fiammante Lamborghini o una Porsche? Mettetevi in fila, se ne parla a fine anno. Il prestigioso marchio italiano (oggi controllato dalla Volkswagen), che vende macchine che partono dai 180mila euro, ha già ricevuto ordini che coprono la produzione fino all’autunno e ha chiuso il 2020 con il secondo miglior risultato di sempre quanto a vendite e ricavi. Un piccolo effetto pandemia si è fatto sentire anche qui, più a causa dei rallentamenti della filiera produttiva che per il calo degli ordini. Lo scorso anno sono state consegnate 7.430 vetture, circa 800 in meno rispetto al 2019 che aveva segnato il massimo storico di vendite. Guardando ai singoli mercati gli Stati Uniti si sono riconfermati al primo posto con 2.224 vetture, seguiti da Germania (607), Mainland China, Hong Kong e Macao (604), Giappone (600), Regno Unito (517) e Italia (347). “Il 2021 si apre con prospettive molto positive, ha scritto ieri Stephan Winkelmann, presidente e amministratore delegato di Lamborghini – le consegne dei primi due mesi di quest’anno superano già quelle del periodo precedente pre-pandemia e gli ordini finora raccolti coprono già nove mesi di produzione di quest’anno”.

Risultati da stropicciarsi gli occhi anche per un altro marchio iconico del lusso a quattro ruote, vale a dire Porsche (anch’essa galassia Volkswagen) che ha chiuso il 2020 con un record assoluto di ricavi, saliti a 28,7 miliardi di euro, 100 milioni in più del 2019. Porsche ha consegnato oltre 272.000 vetture ai clienti di tutto il mondo, vale a dire solo il 3% in meno rispetto al record dell’anno precedente, il 2019. L’utile prima delle imposte è stato di 4,4 miliardi, in aumento rispetto al 2019. Bene aveva fatto anche la regina dei motori, la Ferrari, perdendo solo 300 milioni di ricavi (da 3,7 a 3,4 miliardi di euro) ma soprattutto chiudendo il quarto trimestre del 2020 con ricavi e profitti da record.

I dati dei marchi del lusso si confrontano con un calo complessivo delle vendite di auto che si avvicina al 20%. Le immatricolazioni a livello globale sono scese dai quasi 75 milioni di veicoli del 2019 a meno di 64 milioni dello scorso anno. Sono soprattutto l’ennesima e indiretta testimonianza che la pandemia ha avuto impatti molto differenziate per fasce di ricchezza. Forte e duraturo su quelle basse, modersto e rapido su quelle alte. Per i molti ricchi l’anno della pandemia si è anzi chiuso con un balzo del valore dei patrimoni, un incremento favorito dai sostegni che banche centrali e governi hanno garantito alle economie spingendo anche il valore di asset finanziari e immobiliari. Si spiega così anche l’andamento dell’indice settoriale S&P Luxury global che “traccia” l’andamento dei titoli legati al lusso e che nell’ultimo anno ha visto più che raddoppiare il proprio valore.

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