A Merano era conosciuta per la sua grande passione per il pattinaggio artistico. Laureata in scienze motorie e madre di tre figli, era stata prima atleta e poi insegnante. Aveva smesso di allenare da un po’ di tempo, prima per la nascita del terzo figlio e poi per la nuova gravidanza. Martina Barricelli, 28 anni, è morta venerdì notte: ha accusato un malore mentre si trovava in casa. È riuscita a chiamare i soccorsi e ad aprire la porta d’ingresso, dove i sanitari l’hanno trovata riversa per terra. La corsa verso l’ospedale è stata inutile, per lei e per la bambina che portava in grembo: era al settimo mese di gravidanza. In lutto tutta la cittadina altoatesina, in particolare il mondo del pattinaggio: “Ci sono momenti nei quali è difficile trovare le parole. Resterai per sempre nei nostri cuori. Buon viaggio Martina”, il messaggio su Facebook della sezione dell’Associazione sportiva Asm. Ha voluto ricordare la 28enne anche la campionessa Carolina Kostner: “Vorrei esprimere le mie condoglianze, la mia vicinanza e il mio affetto alla sua famiglia e a tutte le persone che le hanno voluto bene”. Un messaggio condiviso “da tutto il mondo del pattinaggio artistico”.

La Procura martedì ha deciso di avviare una serie di accertamenti e ordinato l’autopsia per accertare le cause che possono aver portato all’arresto cardiaco. La notte tra venerdì e sabato, Martina aveva lasciato i tre figli a casa dei genitori, Lorella e Paolo, per potersi riposare un po’. Poi il malore e la chiamata al numero d’emergenza. Quando i soccorritori sono arrivati era già in condizioni critiche: è deceduta in ambulanza. All’ospedale di Tappeiner di Merano i medici hanno praticato un parto cesareo per provare a salvare la piccola, che però è morta per mancanza di ossigeno.

Martina aveva iniziato a pattinare quando ancora era alla scuola materna. Con la società IceClub aveva ottenuto importanti risultati sportivi. Poi, dopo il diploma, la laurea in Scienze motorie all’Università di Urbino, ottenuta nel 2014, e la decisione di diventare insegnante di pattinaggio artistico per l’Associazione sportiva Merano (Asm). Era il punto di riferimento per le atlete più piccole, dai 6 anni in su. Tante sue colleghe e atlete oggi la ricordano sulle pagine dell’Alto Adige: “Martina era quella che aiutava le sue coetanee e le compagne più giovani a mantenere il buonumore“, scrive Martina. “Non potrei mai dimenticare l’allegria e la gentilezza”, ricorda Alessia. “Grazie per i bei momenti, non li dimenticherò”, aggiunge Julia. Poi, in rappresentanza di tutto il movimento, il messaggio di Carolina Kostner: “Non posso dire di essere stata una conoscente stretta di Martina – scrive – ma sicuramente abbiamo condiviso la stessa passione e lo stesso amore per il pattinaggio artistico”.

Oltre il ghiaccio e i pattini, Martina era anche molto altro: “I suoi successi più grandi, quelli veri, sono stati i suoi tre bimbi”, ricorda il fratello Matteo. “Io insegno e ho la possibilità di crescere i miei tre nipotini, col sostegno dei miei genitori. Padre non è chi mette al mondo”, spiega ai quotidiani locali. È lui stesso a raccontare che in passato la sorella Martina si era dovuto rivolgere alla “Casa delle Donne” per sfuggire a un compagno violento: “Ha avuto la forza e il coraggio di allontanarsi da un compagno che non l’amava. Di quel rapporto a noi raccontava pochissimo”. Il centro anti-violenza di Merano le aveva dato aiuto e supporto, fino al trasferimento nel nuovo appartamento.

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