La priorità è quella della riforma degli ammortizzatori sociali, per andare verso “l’universalizzazione e la semplificazione delle misure”, senza dimenticare che nel mondo del lavoro c’è una questione di genere drammatica, perché “le donne sono state doppiamente discriminate, sia per quanto riguarda la domanda sia per l’offerta”. Ma sentito in commissione Lavoro del Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero, il ministro Andrea Orlando ha soprattutto chiarito che “andiamo nella direzione di una proroga del blocco dei licenziamenti, che però per i lavoratori che dispongono di strumenti ordinari sarà legata ad un termine che sarà definitivo; per coloro non coperti da strumenti ordinari sarà agganciata alla riforma degli ammortizzatori sociali“.

Orlando è entrato poi nel merito anche della campagna vaccinale nei luoghi di lavoro, “per la quale – ha detto – abbiamo predisposto una intesa con le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, che utilizzi anche i medici aziendali nella somministrazione dei vaccini. C’è già un gruppo tecnico che sta lavorando per la predisposizione dei protocolli”. Quanto alla riforma degli ammortizzatori sociali, Orlando ha spiegato di avere “già aperto il confronto con le parti sociali“.

“La nostra riflessione – ha aggiunto – si collocherà nel pieno di due trasformazioni, la transizione ecologica e quella digitale, destinate a cambiare il mondo del lavoro. E chiedono un cambiamento delle politiche pubbliche agli attori sociali, alle imprese e ai lavoratori. Il tema della sostenibilità sociale e ambientale è al centro dell’agenda del Governo”. E sulle donne, davanti alla Commissione, ha sollecitato l’urgenza di “colmare l’inaccettabile ferita del gender gap” del mondo del lavoro. “Nel 2020 sono andati accrescendo anche i differenziali di genere, annullando i progressi registrati nei tre anni precedenti. Sono accresciute le difficoltà di conciliazione dei carichi familiari con quelli di lavoro. Le donne sono state doppiamente discriminate nel mondo del lavoro, sia per quanto riguarda la domanda sia per l’offerta”.

La riforma degli ammortizzatori sociali – “La crisi impone una riforma di sistema in grado di raccogliere le sfide del futuro. Il primo tema da affrontare è un intervento di riforma degli ammortizzatori sociali nella direzione della universalizzazione e di semplificazione delle misure” che, ha detto Orlando, “deve essere intimamente connessa ad una riforma organica degli strumenti di politica attiva del lavoro. È la situazione in cui viviamo a imporcelo – sottolinea il ministro del Lavoro -. Come ho già evidenziato, la pandemia ha accelerato processi di cambiamento strutturale già in atto che producono sempre più spesso disallineamenti tra domanda e offerta di lavoro. Gli strumenti messi in campo negli anni recenti non sempre hanno funzionato e le ingenti risorse messe a disposizione dei centri per l’impiego – soprattutto in termini di ampliamento e riqualificazione degli organici – non hanno ancora trovato piena attuazione. Credo che sia il momento di rendere effettivo il cambiamento, innovando gli strumenti, migliorando gli interventi, rafforzando la dimensione territoriale e sostenendo le situazioni di maggiore difficoltà”.

“In questo scenario, le politiche attive del lavoro vanno intese in senso ampio. Ne sono parte integrante le politiche della formazione professionale, essenziali per anticipare il cambiamento e non subirlo. Per questo ci dovremo dotare di strumenti in grado di cogliere per tempo le dinamiche del mercato del lavoro e in grado di riorientare l’offerta formativa sulla base dei fabbisogni, ponendo molta cura ai diversi punti di partenza. Dobbiamo agire, ad esempio, sulle competenze di base per i lavoratori più lontani dal mercato del lavoro, e fornire una formazione più avanzata per i lavoratori più qualificati che comunque potrebbero trovarsi in una situazione di transizione nei prossimi mesi e che avranno bisogno di accompagnamento nella ricollocazione. Su questo punto abbiamo già avviato un confronto con le Regioni, che sono interlocutore fondamentale per la ridefinizione dell’architettura del sistema”, conclude Orlando.

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