L’esercito in mimetica e quello ‘laico’ della Protezione Civile per riorganizzare il piano di vaccinazione di massa, che dovrebbe scattare da aprile. Un mese al massimo per uniformare e pianificare la campagna con l’obiettivo di implementare il numero delle somministrazioni, quando le forniture di dosi lo permetteranno. Il neo commissario all’Emergenza Francesco Paolo Figliuolo e Fabrizio Curcio, nuovo numero uno scelto al posto di Angelo Borrelli alla Protezione Civile, hanno avuto il primo confronto anche con i ministri della Salute e degli Affari Regionali per coordinare le due strutture con l’intento di riallineare la strategia che ora ha declinazioni diverse in ogni area del Paese. Al momento, resta ai margini la Croce Rossa che avrebbe esperienza e uomini da mettere in campo. Utili, visto che scorrendo i numeri preventivati dalla strategia di Domenico Arcuri e gli uomini potenzialmente disponibili tra Protezione Civile e militari dell’Esercito alcuni nodi resterebbero irrisolti.

La caccia a medici e infermieri
L’ex commissario straordinario all’emergenza puntava a reclutare attraverso le Agenzie per il lavoro 12mila infermieri e 3mila medici da destinare alla campagna vaccinale contro il Covid-19. Attualmente si sono candidati in 28mila, tra cui solo 5mila infermieri. I contratti sottoscritti sono 1.750, mentre altri mille lavoratori – come spiegato da Ilfattoquotidiano.it – devono completare le visite mediche o stanno ancora perfezionando la procedura di selezione. Secondo la struttura del commissario questi numeri sono in linea con il fabbisogno espresso finora dalle Regioni, ma resta evidente il problema legato agli infermieri. Gli assunti finora sono 540, i medici più del doppio. Un imbuto che difficilmente Esercito – il cui utilizzo era già previsto a regime nel piano Arcuri – e Protezione Civile, stando ai dati raccolti dal Fatto.it, potranno risolvere, mentre il loro impiego è destinato a velocizzare l’organizzazione dei centri destinati alle somministrazioni.

La Protezione Civile, più logistica che somministrazioni
La Protezione Civile può impiegare fino a 300mila volontari nella logistica e l’allestimento. Alcune strutture sono già state attivate dalle Regioni. A Roma, ad esempio, una decina di associazioni di volontario sono coinvolte con compiti di supporto nel maxi-centro della Nuvola: all’ingresso si occupano di riscontro della prenotazione e controllo della temperatura, all’interno della struttura invece forniscono indicazioni sulle modalità e le fasi che precedono la somministrazione. Modalità replicabili e amplificabili a livello nazionale, ovunque ce ne sia bisogno. Sotto il profilo dei sanitari, invece, la Protezione Civile può mettere a disposizione fino a 3mila medici. Si tratta di un numero potenziale. Troverà un riscontro effettivo sul campo? Difficile, perché si tratta di volontari: bisognerà comprendere le reali disponibilità e incrociarle con le necessità che verranno a galla quando le forniture di vaccini saranno tali da dover spingere al massimo i motori della macchina organizzativa.

L’Esercito tra drive through e personale sanitario
Un momento che l’Esercito attende iniziando una prima sperimentazione, quella dell’inoculazione del vaccino ai civili nei drive through della Difesa, nati in autunno per ampliare la capacità di testing e organizzati proprio dal generale Figliuolo, ora chiamato a guidare tutta la partita dell’emergenza coronavirus. Il test della procedura è partito nell’hub dell’ospedale Baggio di Milano, dove i militari hanno allestito la prima struttura di questo tipo dedicata alle persone con difficoltà motorie, che possono quindi aspettare il proprio turno a bordo delle automobili. L’iniziativa sarà replicata – in accordo con le Asl che ne fanno richiesta – in altri drive through già allestiti dalle Forze Armate per i tamponi, come quello di Parco di Trenno, sempre a Milano, e quello della Cecchignola a Roma. Una modalità, quella del vaccino in drive through, utilizzata in diversi Paesi, compresi gli Stati Uniti. L’Esercito è destinato a svolgere un ruolo decisivo, in buona parte previsto sulla carta dal piano Arcuri. Il supporto alle somministrazioni rischia di essere comunque esiguo rispetto al fabbisogno: i medici militari della forza armata sono circa 700 ai quali bisogna aggiungere 600 infermieri laureati, più gli abilitati a svolgere attività infermieristiche e i “soccorritori militari”, cioè soldati che hanno seguito corsi specifici per intervenire sul campo di battaglia. Numeri da depurare abbondantemente, almeno della metà: al momento sono già impegnati nella lotta al Covid 420 medici e 470 infermieri. E un’ulteriore scrematura sarà obbligatoria perché è impossibile lasciare senza medici i reparti operativi sul campo o attivabili in caso di emergenze.

La “terza gamba” della Croce Rossa (in stand by)
Al momento resta in stand by il coinvolgimento della Croce Rossa. Al quartiere generale non è arrivata alcuna richiesta ufficiale di disponibilità. È tutto un “forse” e un “vedremo”. Di fronte a una chiamata, la risposta sarebbe affermativa. Del resto, l’associazione di volontario interviene di routine nelle maxi-emergenze e anche in queste settimane alcune strutture regionali si sono messe a disposizione. Ad iniziare dal centro vaccinale allestito a Fiumicino dalla Regione Lazio, il primo in uno scalo aeroportuale. La Croce Rossa, già operativa all’interno del “Leonardo da Vinci” con un drive in per i tamponi, si è occupata dell’allestimento – 65 cabine, di cui 25 per l’inoculazione dei vaccini, 160 sedute nell’area di osservazione medica, un parcheggio auto di circa 330 posti – e sta gestendo anche le somministrazioni con il suo personale sanitario: in 40 tra medici, infermieri e logistica sono al momento attivi su due turni. Secondo l’associazione di volontario, la struttura, quando e se verrà richiesto di operare 24 ore su 24, sarà in grado di inoculare 3mila dosi. A breve, l’esperienza verrà replicata anche nella stazione Termini. Come per la Protezione Civile – stando a quanto apprende Ilfattoquotidiano.it – anche la Cri, basando la propria azione sui volontari, non può a priori fornire un numero di persone disponibili. Potenzialmente potrebbe essere in grado di allestire e gestire almeno un hub di questo tipo in ogni regione, garantendo decine di migliaia di somministrazioni al giorno. Una mano in più nella corsa all’immunità.

Twitter: @MartinaMilone92 e @andtundo

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