La decisione di Alessandro Di Battista di farsi da parte dopo che gli iscritti M5s hanno detto Sì all’ingresso nel governo Draghi è destinata a far discutere nel Movimento. Il via libera all’esecutivo tecnico-politico, spinto da Beppe Grillo e da tutti i vertici del Movimento, è stato molto sofferto perché comporta di sedere al governo anche con Forza Italia, partito dello “psiconano” e nemico giurato di sempre Silvio Berlusconi. Ora gli occhi sono puntati sul fronte dei contrari e su cosa decideranno di fare, anche perché “il mandato degli iscritti è chiaro“, come ha detto Crimi. Fondamentale sarà la gestione dei vertici M5s che dovranno riuscire a tenere compatto il Movimento in una delle fasi più complesse. Al momento, al di là delle tensioni, non si registrano effettivi passi indietro: la base si è espressa e come da regole interne, i parlamentari rispetteranno quanto deciso. Oggi Di Maio ha voluto mandare un messaggio a Di Battista, cercando di ridimensionare lo strappo e di fatto rivolgendosi anche a chi non ha apprezzato l’apertura a Draghi: “Rispetto la sua scelta, ma spero e credo che non sarà un addio”, ha scritto su Facebook. Un gesto di pace al quale Di Battista, ha replicato poco dopo parlando con i giornalisti: “Sono in buoni rapporti con Luigi”. E, già rivedendo i toni ha precisato “nell’eventualità che il governo Draghi dovesse fare delle cose buone, io le sosterrò”, ha detto. “A me interessa il benessere dei cittadini, in particolare della classe media”.

Di Maio e Di Battista sono due dei pilastri del Movimento, i leader delle origini e per lungo tempo sono stati i punti di riferimento per Beppe Grillo. Più cresceva però la loro importanza e più aumentava anche la tensione tra i due. Tanto che più volte si sono scontrati proprio per la diversità delle loro figure: Di Maio è da sempre il “più istituzionale”, mentre Di Battista il più “movimentista”. “Non è un mistero”, ha detto oggi Di Maio, “che io ed Ale durante questi anni in diverse circostanze abbiamo avuto una visione diversa, ma ci siamo sempre detti le cose con franchezza ed estrema sincerità e quando potevamo, ci davamo anche qualche consiglio. Ieri ha fatto una scelta che rispetto, ma spero e credo che non sarà un addio“. Ma, ha detto l’ex capo politico, comunque andranno le cose, resta il fatto che “con Alessandro, come con pochissimi altri, il MoVimento sarà sempre in debito“. Di Maio ha anche detto che sarà sempre legato a Di Battista e quella relazione non può essere interrotta così facilmente: “Con Alessandro conservo i più bei ricordi degli ultimi otto anni. Anche quelli più tristi e difficili. E per questo saremo sempre uniti da un profondo legame. Quando ieri mi ha annunciato la sua intenzione di farsi da parte è stata dura accettarlo. Insieme abbiamo portato avanti battaglie civili e sociali, abbiamo promosso l’approvazione di leggi cruciali che permetteranno ai nostri figli di vivere una vita migliore. Insieme ci siamo presi insulti e applausi, abbiamo condiviso palchi e piazze, al sole e sotto la pioggia, abbiamo lottato e difeso i valori del Movimento 5 stelle”.

Che effetto avrà la decisione di Di Battista? Al momento pochi, ma sarà tutto più chiaro quando il nuovo governo chiederà la fiducia in Aula. Tra chi insiste per il no a Draghi e si unisce a Di Battista, c’è la senatrice Bianca Laura Granato: “A coloro che hanno votato Sì va il merito di aver provocato l’esodo di persone come Alessandro Di Battista”, ha detto. “Non è con la violenza di una votazione collettiva abilmente e sapientemente manipolata che tieni unito un gruppo, è con la coerenza di una azione, di valori etici, di principi. Non è con i soldi. L’esodo è iniziato e purtroppo non si arresterà”. Tace invece l’ex ministra Barbara Lezzi che, solo ieri, aveva spinto per il No. “Certo, ci sentiamo, ma non ho idea di cosa farà”, ha commentato oggi Di Battista. L’altro ex ministro che si era detto contrario a Draghi, Danilo Toninelli, ha già detto che rispetterà la volontà degli iscritti. E anzi, oggi ha detto che “l’addio di Alessandro” è “solo un arrivederci”: “Le nostre strade torneranno a incrociarci”. Secondo invece Elio Lannutti, un altro del gruppo dei dissidenti, “saranno in tanti ad andarsene”. Ma per il momento tutto tace.

Intanto, il fronte più governista, dopo aver spiegato le ragioni del Sì, oggi cerca di ricucire e lavora per ricompattare il gruppo. “Rispetto Alessandro Di Battista, la sua storia e quello che ha fatto per il Movimento, ma penso che il sì al governo Draghi sia una scelta responsabile”, ha scritto la sindaca di Torino Chiara Appendino su Facebook. “Spero che un giorno Alessandro possa tornare e fare la sua parte per il Movimento”. Anche il viceministro uscente Stefano Buffagni, come Di Maio, ha detto di aver sentito Di Battista nelle scorse ore: “Ci siamo sentiti e gli ho detto di non condividere la sua scelta, scelta che però rispetto profondamente. Mi auguro che la sua possa essere una decisione non definitiva, perché penso che il Movimento abbia ancora molto bisogno di lui“.

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