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Eni Nigeria, tribunale accoglie nuove prove dell’accusa. Il pm cita il pittore Van Eyck: “Due email che sono come specchi olandesi”

Nel giorno dedicato alle repliche della Procura, entrano tra gli atti del dibattimento due mail, da poco rintracciate, che fanno parte di una causa civile in corso in Gran Bretagna tra J.P. Morgan e la Nigeria
Eni Nigeria, tribunale accoglie nuove prove dell’accusa. Il pm cita il pittore Van Eyck: “Due email che sono come specchi olandesi”
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Ogni tanto capita che in un processo irrompa qualcosa di insolito. Nell’udienza del dibattimento davanti ai giudici di Milano per corruzione internazionale sul caso Eni/Shell Nigeria l’accusa ha citato il pittore fiammingo Jan Van Eyck per sottolineare l’importanza di due email di cui si chiedeva l’acquisizione.

La corte ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e del pm Sergio Spadaro di nuove prove ritenute indispensabili per sostenere l’accusa. Così, nel giorno dedicato alle repliche della Procura, entrano tra gli atti del dibattimento due mail, da poco rintracciate, che fanno parte di una causa civile in corso in Gran Bretagna tra J.P. Morgan e la Nigeria. Una mail, secondo il pm, dimostrerebbe gli stretti legami tra l’allora attorney general Adoke Bello e Alyu Abubakar, ritenuto dall’accusa lo ‘smistatore’ di una parte delle tangenti. L’altra, sempre secondo i pm, testimonierebbe il sospetto della banca inglese che il denaro versato fosse legato alla corruzione per ottenere la licenza sul blocco petrolifero.

“C’è chi ha definito queste email degli specchi olandesi” ha detto De Pasquale, ricordando che si tratta di piccoli specchietti un po’ convessi che compaiono nei dipinti dei maestri fiamminghi. In particolare, compare uno specchio di questo tipo nel celebre ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck”, ha aggiunto il rappresentante della pubblica accusa distribuendo alla corte alcune copie del celebre dipinto . “Si tratta di saper vedere – ha aggiunto De Pasquale – : c’è questo specchietto nel quadro che ritrae perfettamente tutto quello che c’è alle spalle dei coniugi Arnolfini, si vede tutto esattamente”.

Nel processo sono imputati, tra gli altri, l’attuale amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e l’ex numero uno del gruppo, Paolo Scaroni. Cuore del processo una presunta tangente da 1,092 miliardi di dollari che sarebbe stata versata da Eni e Shell per aggiudicarsi la concessione da parte del governo della Nigeria dei diritti di esplorazione sul giacimento petrolifero offshore Opl24.

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