“Lascio questo mazzo di fiori per il nostro compaesano sardo e per tutti quelli che non sono tornati. Io ho avuto la fortuna di tornare anche grazie alle preghiere di mia madre”. Così Gesuino Paba, sopravvissuto al campo di sterminio di Buchenwald, oggi 96enne. “Oltre a lavorare, negli stabilimenti facevo atti di sabotaggio. Mi hanno condannato a Buchenwald per questo. Non si può credere a quello che succedeva lì dentro, è molto difficile da spiegare. Ho visto la porta della camera a gas aprirsi, ma quando è arrivato il turno di entrare mi hanno preso per il braccio e tolto dalla fila”, racconta ancora commosso.

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